Eclipse - Are You Ready To Rock (2008)

Ho tessuto le lodi di un gruppo svedese solo pochi giorni fa, ed ecco che nello stereo di casa mia irrompe di prepotenza un altra mina vagante dalla Scandinavia. Eh no eh... Se a Stoccolma devo andarci a Capodanno, comincio a informarmi sui locali hard rock della città, visto il livello compositivo delle nuove band!


Oggi tesso le lodi degli Eclipse, alla terza pubblicazione discografica con Are You Ready To Rock (distribuito dall'italianissima Frontiers Records, che ormai ha monopolizzato il settore). Fautori di un hard rock molto "animalesco" e divertente (Party Rock allo stato puro), gli Eclipse riescono a citare grandi nomi (questi sono cresciuti a pane e Whitesnake/Mr. Big/Talisman) senza copiarne pedissequamente la proposta musicale. E proprio le prime due songs del lotto (Breaking My Heart Again, Hometown Calling) non avrebbero sfigurato nell'ultimo platter del gruppo capitanato da Coverdale, grazie all'interessantissimo guitarwork e al drumming originale.
Nonostante fobie improvvise subito sedate (i primi 5 secondi di Wylide One mi hanno paurosamente ricordato quelli di Bulls On Parade dei Rage Against The Machine... Ma l'impressione è fugace ;) ), l'album scorre piacevolmente, tra momenti più commerciali (To Mend A Broken Heart) e altri più classicamente rock (Unbreakable, Young Guns - il cui riff iniziale mi aveva fatto maliziosamente pensare a Cross The Line dei Place Vendome... - Si lo so, oggi è giornata di paragoni!). Ma nel terzo album degli Eclipse trovano posto anche vere e proprie sfuriate di acciaio, le quali sanno più di sconfinamento nel metal melodico, piuttosto che di temporanea digressione (Under The Gun, Hard Time Loving You). Tutto questo a scapito di qualsiasi ballad; gli Eclipse tirano dritto dall'inizio alla fine e smuovono il culetto anche all'ascoltatore più statico (Million Miles Away, 2 Souls).
Menzione d'onore per l'ultimo capitolo, Call of The Wild, il cui primo ascolto mi ha fatto letteralmente saltare sulla sedia: un pezzo fortemente ritmato, con un riffing circolare praticamente perfetto che non fa prigionieri, e un ritornello da stadio che farà sfracelli nei prossimi concerti del gruppo.

Da punto di vista della tecnica, il gruppo non si fa trovare impreparato. La sezione ritmica è quadrata e potente e dà l'impressione che sia necessario puntellare la propria dimora, casomai si volesse alzare il volume dello stereo. La coppia d'asce, come già anticipato, é abilissima nell'intrecciare trame melodiche e coinvolgenti allo stesso tempo (e i solo sono tutt'altro che scontati). Infine, il cantato di Erik Martenssen (tra l'altro, chitarrista e bassista) calca fedele le orme dei vocalist dei gruppi sopracitati, e forse non pecca di originalità... Ma proprio non riesco a incolparlo, magari fossi io in grado di emulare David Coverdale e Eric Martin!
Il tutto è coronato da una produzione pulita e precisa. Ma dove la trovano l'ispirazione, questi svedesi...

PS niente battute da informatico, del tipo "io preferisco i Netbeans", per piacere...

Tracklist

1) Breaking My Heart Again
2) Hometown Calling
3) To Mend A Broken Heart
4) Wylide One
5) Under The Gun
6) Unbreakable
7) Har Time Loving You
8) Young Guns
9) Million Miles Away
10) 2 Souls
11) Call of The Wild

Line Up

Erik Martensson – Voce / Chitarra / Basso / Tastiere
Magnus Henriksson – Chitarre
Johan Berlin – Tastiere
Henric W. Erikson – Batteria

Per ascoltare qualche sample dell'album, visitate il myspace del gruppo.

1 commenti:

Unknown ha detto...

Contesto, Netbeans era un nome più appropriato per il gruppo...