Eleganza piumata

Sono i cigni consapevoli della propria eleganza sull'acqua? Uno sguardo penetrante e sornione catturato in una sera del primo agosto suggerisce di sì. Ringrazio il modello, vanitoso quanto basta per interrompere una deliziosa cena di erbette aquatiche e prestarsi a una veloce sessione fotografica.
Photos posted as taken.

From Cigno sul Lemene

Canon EOS 450D con Canon EF 50mm f/1.8 II; 1/4000 sec, f/2.2; ISO 100.

Canon EOS 450D con Canon EF-S 55-250mm f/4-5.6 IS @250mm; 1/320 sec, f/8.0; ISO 100.

Canon EOS 450D con Canon EF-S 55-250mm f/4-5.6 IS @250mm; 1/320 sec, f/8.0; ISO 100.

Canon EOS 450D con Canon EF-S 55-250mm f/4-5.6 IS @250mm; 1/320 sec, f/8.0; ISO 100.

Kirigami, Prague Concept

Ho realizzato il mio primo kirigami.
In realtà, non è il primo che taglio.
E' il primo che ho progettato personalmente.

Il divertimento è stato doppio rispetto al taglio di kirigami disegnati da altri; tre orette il tempo necessario, tra progettazione, prove in carta a grammatura normale e intaglio in carta a grammatura spessa (120 g/m²).
Il soggetto è ispirato alla città di Praga, o meglio, ai miei ricordi di essa. Non esiste un edificio del genere; la torre gotica dovrebbe ricordare, alla lontana, la torre dell'orologio; il palazzo accanto, l'atmosfera dei quartieri liberty. L'apertura è a novanta gradi.
C'è un piccolo errore di progettazione. Un bacino a chi lo individua.

From Kirigami Praga

Tributo a Giovanni Cesca

Giovanni Cesca è stato il mio insegnante d'arte ai tempi del liceo; il fatto mi inorgoglisce. Prima che docente (superlativo), Cesca è stato ed è artista dalla intensa attività nazionale e internazionale, nonchè collettore di prestigiosi riconoscimenti della propria opera.
Giovanni Cesca, Concerto per alberi, fiume e luce.

L'amore per la propria terra natale (una manciata di chilometri mi permette di dire che è pure la mia) trasuda da svariati quadri. La foto che ho scattato in una sera del primo agosto vuole essere un tributo molteplice, al Lemene e all'artista.
Canon EOS 450D con Canon EF 50mm f/1.8 II; 1/160 sec, f/8.0; ISO 100.
Saturazione, contrasto e sharpening leggermente aumentati in PP per accentuare l'effetto pittorico.

Ailurosofia, de bello

L'altra sera ero sul divano con la mia gatta che si leccava, e guardavo il tiggì e sentivo della politica della guerra della morte, e allora ho cambiato canale e c'era un altro tiggì che invece parlava della morte della guerra della politica, e allora ho guardato la mia gatta e le ho chiesto,
Come fai tu a stare tranquilla qui sul divano a consumarti la lingua col pelo
che nel mondo ci ingannano e ci sparano e ci spalano sopra la terra
come resti impassibile come trovi la pace avanti dimmelo

Allora la mia gatta ha smesso di leccarsi
mi ha guardato dritto negli occhi
e con la lingua tra i denti mi ha detto,
Ho finito i croccantini

Baby Blues

Una lezione da ricordare. Sia per i maschietti che per le femminucce.
As seen on BabyBlues.
Questo blog segue il padrone e se ne va in vacanza per un paio di settimane. Godetevi il tempo in cui rimarrete soli.

Gioielli di acciaio

Della recente sfera metallica, solamente un paio di album mi hanno colpito, nonostante la rifioritura di molti nomi blasonati (Symphony X, Rhapsody of Fire, Amon Amarth e Communic, per citare le uscite più eclatanti). Due album da due band, oltretutto, che abitano su pianeti completamente diversi, ma che condividono, oltre alla nazionalità statunitense, un importante punto comune: la capacità di innovare e proporre qualcosa di nuovo nell'ambito metal dal suo interno.
Arrows and Anchors è il quarto album dei Fair to Midland, band che nasce nel 1998 e cresce sotto la protezione di Serj Tankian, frontman dei System of A Down. E' praticamente impossibile voler etichettare la band e il suo album con un genere; volendo azzardare, potremmo dire che siamo di fronte ad una sensazione progressive, nel senso sperimentale del termine. Perché l'album è un autentico calderone: dalle chitarre sincopate al banjo, dagli accenni di screaming al basso ultradistorto, da linee vocali eteree a sfuriate metalliche, e nonostante tutto l'album scorre come acqua, in un unico flusso che ricorda Tool, Mechanical Poet, 3 (Three) e pesca a casaccio nell'universo alternative, fondendo il tutto con una semplicità disarmante, invogliando l'ascoltatore a premere di nuovo play e a scoprire ogni volta sfumature diverse. Gli strumenti non si chiudono in loro stessi (gli assoli sono praticemente assenti) ma sono al servizio del pezzo e, ciliegina sulla torta, delle impressionanti linee vocali che catturano e rinnovano ad ogni ascolto. Non un riempitivo, non un punto basso. In ambito post-prog, non sentivo nulla del genere da anni (2006 - 10000 days, 2004 - Woodland Prattlers, 2007 - The End Has Begun, per ricordare le band citate in precedenza). Ascoltare per comprendere.
I While Heaven Wept, che si erano fatti ben notare negli anni passati con un paio di album sopra la media, propongono un'operazione simile in generi musicali ben più classici, in quanto alleggeriscono il doom, uno dei sottogeneri più pesanti ed oscuri, con elementi ripresi dalla lunga tradizione prog-power. Il risultato è sorprendente: Fear of Infinity è l'album più epico degli ultimi cinque anni. In poche note (sette pezzi) sono concentrate tonnellate di idee e intuizioni, ma l'effetto finale, anche in questo caso, è una omogeneità di fondo che pochi album possono vantare, e che non stanca nemmeno dopo settimane di ascolti. Le vocals azzeccatissime ed ultraepiche sembrano uscire da una demo tape di qualche oscura band epic doom di inizio anni ottanta, ma allo stesso tempo la produzione è pulita ed ultramoderna. L'atmosfera greve e apocalittica intrecciata dalle chitarre, decisamente doomish, è impreziosita dal costante apporto delle tastiere, decisamente power, senza che per questo i pezzi perdano in potenza; perfino basso e batteria si rimettono in gioco con oltraggiosi blast beat recuperati dal metal estremo. Menzione d'onore per Unplenitude, ballad oscura ed eterea, che trascina la mente in infiniti spaziali ed ignoti, come titolo d'album vuole. Una lezione dolorosa per tutti quelli che ancora si illudono di scrivere musica epica (chi ha detto Manowar?).

Dei miei gusti letterari

How people view me:
How people view me after I say I like fantastic fiction:
How people view me after I explain fantastic fiction is not fantasy and embraces Borges, Asimov, and Kafka: