Halloween sì, Beltane anche

Il weekend horror si avvicina. E mi divertirò come un maiale, ne sono sicuro. Ciononostante, non sono amante della festa di Halloween, chi mi conosce ben lo sa. Al di là delle mie (non?) convinzioni religiose, trovo alquanto strano che nel paese cattolico e conservatore per eccellenza abbia preso piede una tradizione pagana; per la precisione, gaelica. Non celtica in senso generale: gaelica. I gaelici eran celti di sicuro, ma non erano certo gli unici.
Halloween deriva da All Hallows Eve, ovvero vigilia di Ognissanti; il nome "cristiano" non deve trarre in inganno, tale festa altro non è che la celebrazione del capodanno celtico, Samhain. Se non mi ricordo male, dovrebbe essere una notte nella quale, secondo la tradizione pagana, entità sovrannaturali tornano a popolare la terra. Per il dualismo così basilare per la religione celtica, ad essa era contrapposta la festività di Beltane, che cadeva esattamente sei mesi dopo, ovvero all'opposto di Halloween, ovvero il primo di maggio. Tradizionalmente, Beltane era una festa "positiva", in quanto doveva essere di buon augurio per i raccolti venturi. Tale ricorrenza veniva festeggiata con grandi fuochi (appunto, i famosi fuochi di Beltane).

Rievocazione della festa di Beltane, Calton Hill (Edimburgo, Scozia).

Quanto ho esposto ora son solo cenni, potrei anche aver sbagliato qualche particolare, ma mi serve per porre la seguente domanda: perché al giorno d'oggi maree di cristiani festeggiano Halloween, ma si sbattono altamente i cocomeri di Beltane? Mah. Non venite a dirmi che da noi il primo maggio si festeggia la giornata dei lavoratori... Come già detto, anche Halloween cade in prossimità di una importante ricorrenza cattolica. 
Quindi, buoni propositi per il nuovo anno (in anticipo): Primo Marzo, si festeggia il Capodanno Veneto. (I Veneti duri&puri sanno che si comincia a festeggiare - auguri compresi - tre giorni prima, e si prosegue fino al nove). Primo Maggio, Capodanno Gaelico. Con tanto di fuochi! Una bella casera fuori stagione. Magari chiamo il Monsignore di Concordia, é sempre così felice di dare fuoco alla croce della casera del cinque gennaio...

Per chiudere in bellezza, avviso ai bambinelli: se passate a casa mia con il trick or treat vi va magra... E il primo che mi rovescia il bidone della spazzatura lo uso come pelle di daino per lavare l'auto.

Itaca

Tiriamoci pure la zappa sui piedi. Diamo al mondo un altro motivo per credermi gay. 
Tra i poeti che ammiro di più spicca il nome di Costantino Kavafis, uno dei maggiori esponenti della letteratura greca di fine ottocento. Il fatto di essere omosessuale non l'ha aiutato in vita, e non aiuta me a dissipare i dubbi sulla mia sessualità. Ma lassiamo stare le battute idiote; Itaca, che riporto in questa sede nella traduzione a mio avviso migliore (Filippo Maria Pontani) é forse la sua creazione più famosa, nonostante si scosti molto dai temi tipici della sua produzione, che ben si possono immaginare, visto il mio incipit.

Se per Itaca volgi il tuo viaggio,

fa voti che ti sia lunga la via,

e colma di vicende e conoscenze.

Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi
o Poseidone incollerito: mai
troverai tali mostri sulla via,
se resta il tuo pensiero alto e squisita
è l'emozione che ci tocca il cuore

e il corpo. Né Lestrigoni o Ciclopi

né Poseidone asprigno incontrerai,

se non li rechi dentro, nel tuo cuore,

se non li drizza il cuore innanzi a te.


Fa voti che ti sia lunga la via.

E siano tanti i mattini d'estate

che ti vedano entrare (e con che gioia

allegra) in porti sconosciuti prima.

Fa scalo negli empori dei Fenici

per acquistare bella mercanzia,

madrepore e coralli, ebani e ambre,

voluttuosi aromi d'ogni sorta,

quanti più puoi voluttuosi aromi.

Recati in molte città dell'Egitto,

a imparare dai sapienti.

Itaca tieni sempre nella mente.

La tua sorte ti segna a quell'approdo.

Ma non precipitare il tuo viaggio.

Meglio che duri molti anni, che vecchio

tu finalmente attracchi all'isoletta,

ricco di quanto guadagnasti in via,

senza aspettare che ti dia ricchezze.

Itaca t'ha donato il bel viaggio.

Senza di lei non ti mettevi in via.

Nulla ha da darti più.

E se la ritrovi povera, Itaca non t'ha illuso.

Reduce così saggio, così esperto,

avrai capito che vuol dire un'Itaca.

(Costantino Kavafis)

La Città Ideale

Tra i tanti libri che sto leggendo al momento, "Pfitz - La ricerca della città perfetta" di Andrew Crumey merita la menzione d'onore, se non altro per il tema di (s)fondo. Sono sempre rimasto affascinato dal mito della città ideale.
Da buon nerd, ho letteralmente bruciato (quasi) tutti i giochi di gestione cittadina della Sierra - Caesar III/IV, Pharaoh, Zeus ed Emperor - e mi inorgoglisco tuttora di molte delle mie "creazioni".

screenshot di Caesar IV.

Ma già da piccolo guardavo i tuttocittà (esistono ancora in versione cartacea?) e mi domandavo chi avesse disegnato Portogruaro in quella maniera così strana. Alle elementari mi è capitata in mano per la prima volta la mappa della Concordia di epoca romana (Iulia Concordia), così ordinata e regolare, e mi è dispiaciuto che con la rotta della Cucca (l'alluvione del 589 d.C. descritta da Paolo Diacono nell'Historia Longobardorum) Livenza, Lemene e Tagliamento l'avessero sepolta sotto due metri di fango. (Da lì è nata, probabilmente, la mia passione per il mondo latino, estesa poi a tutta la storia antica in generale.)

Ricostruzione panoramica di Iulia Concordia.

Anni avanti, tale amore è stato risvegliato dal contatto con miti famosi quali Atlantide, Lemuria (che mito proprio non sarebbe, ma va bè), Thule e Shangri-La. Diciamo pure che ho lavorato di fantasia, in questo periodo.
Alle superiori sono rimasto profondamente deluso dalla Repubblica di Platone e dalla Città del Sole di Tommaso Campanella, in quanto ingenuamente mi aspettavo qualche bel trattato di urbanistica, e non certo di filosofia. Ma non potevo non rimanere stregato dallo studio de La Città Ideale, dipinto rinascimentale di un anonimo (recentemente si parla di Leon Battista Alberti), che mi ha aperto altre strade, più concrete: gli studi urbanistici di Filarete e Leonardo, e le città che recuperano alcuni delle idee esposte nei loro trattati (Urbino, Grammichele, Palmanova - che visito, o almeno vorrei visitare, spesso e volentieri. Costruita da Venezia! :-) ).

La città ideale - anonimo.

Segnalo inoltre, agli interessati (sempre che ce ne siano), i disegni di Gilles Trehin, ragazzo francese affetto dalla sindrome di Asperger, che dall'età di 12 anni sta inventando la città immaginaria di Urville. Chiunque abbia notizie di città ideali o di riferimenti (reali o immaginari) ad esse, è pregato di farmelo sapere in qualsiasi modo, commenti, mail, segnali di fumo, calci nel sedere...

Venzone, Festa della Zucca 2008

Ieri sono stato alla Festa della Zucca di Venzone. Nonostante la lontananza dalla Veneta Patria, ho trascorso una bellissima giornata. La sagra é stata all'altezza della sua fama; il paese é stupendo (ma quello si sapeva), l'afflusso di gente é stato enorme, la rievocazione storica curata in ogni minimo dettaglio. Per non parlare delle zucche! Di ogni tipo e di ogni forma, addobbate in tutte le maniere possibili.



La festa é stata oltretutto coronata da una giornata a dir poco stupenda. Menzione d'onore anche per l'ottima pappa consumata nelle classiche "taberne", tutta a base di zucca (gnocchi, zuppa e spezzatino). 
Ho scoperto, tra le altre cose, che Venzone é rinomata per la coltivazione della lavanda. Ovviamente, non contento di aver svaligiato la distilleria locale della sagra (elisir di zucca, alla fine é grappa...) ho comprato pure l'amaro alla lavanda. FENOMENALE... Bravi friulani!
A proposito di vicini di regione... Devo proprio lasciare un attimo in disparte il campanilismo che mi contraddistingue e fare loro i complimenti per l'ospitalità che hanno dimostrato. Dal primo all'ultimo, si sono dimostrati gentilissimi. Festa della Zucca consigliata a tutti... Per quanto mi riguarda, il prossimo anno ci torno. E ci rimango pure alla sera, visto che quest'anno mi sono perso Venzone illuminata dalle fiaccole.

Animali degli Specchi

«[...] A quel tempo il mondo degli specchi e il mondo degli uomini non erano, come adesso, incomunicanti. Erano, inoltre, molto diversi: non coincidevano né gli esseri, né i colori, né le forme. I due regni, lo specolare e l'umano, vivevano in pace; per gli specchi si entrava e si usciva. Una notte la gente dello specchio invase la terra. Irruppe con grandi forze. Ma, dopo sanguinose battaglie, le arti magiche dell'Imperatore Giallo prevalsero. Egli ricacciò gl'invasori, li incarcerò negli specchi, e impose loro il compito di ripetere, come in una specie di sogno, tutti gli atti degli uomini. Li privò di forza e di figura propria, riducendoli a meri riflessi servili. Un giorno, tuttavia, essi si scuoteranno da questo letargo magico.


Il primo a svegliarsi sarà il Pesce. Nel fondo dello specchio scorgeranno una linea sottile, e il colore di questa linea non rassomiglierà a nessun altro. Poi verranno svegliandosi le altre forme: gradualmente, differiranno da noi; gradualmente, non ci imiteranno. Romperanno le barriere di vetro o di metallo, e questa volta non saranno vinte. Al fianco delle creature degli specchi combatteranno le creature dell'acqua. Nello Yunnan si parla non del Pesce ma della Tigre dello specchio. Altri intende che, prima dell'invasione, udremo dal fondo degli specchi il rumore delle armi.»

da Animali degli specchi, in Manuale di zoologia fantastica (1967), J. L. Borges.

Cantico dei Cantici

Qualche anno fa ho avuto la bella idea di leggermi la Bibbia. Non si sa mai, mi sono detto, magari qualcosa si salva. E in effetti mi sono divertito molto, con tutte le barzellette che profeti e compagnia ci hanno elargito.
Tutto sommato, qualcosa di estremamente interessante l'ho trovato. Si tratta del Cantico dei Cantici, ventiduesimo libro della Bibbia, mi pare. Si tratta di un cantico, appunto, che celebra l'amore di una coppia. Ovviamente, l'interpretazione ufficiale è che tale amore sia comunque a sfondo sacro. Ma al di là di questo, il testo è squisitamente profondo e sensuale; raramente ho letto poesie d'amore paragonabili a questo. E' significativo il fatto che sia stato composto nel 4 secolo avanti Cristo. Consigliata la lettura a tutti; in questa sede riporto solamente un paio tra i passi più significativi.

Come sei bella, amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre,
che scendono dalle pendici del Gàlaad.
I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte procedono appaiate,
e nessuna è senza compagna.
Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota
attraverso il tuo velo.
Come la torre di Davide il tuo collo,
costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di prodi.
I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano fra i gigli.


Quanto sono soavi le tue carezze,
sorella mia, sposa,
quanto più deliziose del vino le tue carezze.
L'odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi.
Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c'è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.
Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.
I tuoi germogli sono un giardino di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro con nardo,
nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo
con ogni specie d'alberi da incenso;
mirra e aloe
con tutti i migliori aromi.
Fontana che irrora i giardini,
pozzo d'acque vive
e ruscelli sgorganti dal Libano.

Cantico dei Cantici, 4, 1-5; 10-15

Traveler IQ

Va sempre a finire così. Qualche elemento del laboratorio tira fuori una cazzatina simpatica, io subito mi fiondo a provarla e, tempo una settimana, lo posto su un blog generico. :) Questa volta è il turno di Giorgio, che mi ha iniziato alle delizie di Travelpod, una sorta di community per chi ama viaggiare e condividere foto, video ed esperienze con altra gente.
In realtà di travelpod non me ne frega proprio niente, quello che mi ha entusiasmato é il giochino (che trovate qui) che calcola il "quoziente intellettivo da viaggiatore". Ovvero, giudica quanto ne sai di geografia, di quella che si insegnano alle elementari tanto per capirsi: capitali, luoghi famosi etc.


Nella sidebar ho aggiunto il mio punteggio. Ho perso proprio all'ultimo livello... Ma sono soddisfatto lo stesso. Vedete che aver passato l'infanzia con l'atlante in mano, mentre fuori il mondo andava avanti senza di me, è servito a qualcosa...

Un gaio costumino

Da un paio di settimane ho ricominciato con la piscina, dopo lo sgradevole inconveniente di due anni fa. Si accettano scommesse su quanto manca al mio prossimo annegamento; dal canto mio, cercherò di fare il maggior numero di vasche in apnea quando il bagnino non guarda, giusto per accelerare i tempi. Ad ogni modo, dopo la prima volta mi sono reso conto che era il caso di cambiare costume, i boxer da spiaggia sono decisamente troppo intrigosi. E così ho fatto l'acquisto: un bel costumino tecnico, realizzato in Poliammide e Elastan (che roba é?!?), resistente al cloro, ad alta traspirabilità e asciugabilità. Modello attillato con laccio in vita e fiori sul fianco sinistro.


L'ho provato domenica mattina, ed effettivamente in piscina si sente la differenza.

Il punto dolente é che fa proprio gay.

Non ho mai sopportato i boxer attillati, ed è andata a finire che ne ho comprato uno. (fortuna che non ho preso gli slip.) Non ho mai sopportato i fiorellini decorativi sui costumi, e ora me li ritrovo addosso. Questo mi ha fatto riflettere non poco; spinto da tante altre considerazioni (adoro i fiori, le ragazze tendono a considerarmi solo un amico, bacio i maschietti che si laureano con me, palpo il sederino ai colleghi in laboratorio) sono giunto alla conclusione che forse sto guadando il fiume per passare all'altra sponda... O forse son già passato?

Recuperate una barchetta e venite a salvarmi, per piacere... :)

Eclipse - Are You Ready To Rock (2008)

Ho tessuto le lodi di un gruppo svedese solo pochi giorni fa, ed ecco che nello stereo di casa mia irrompe di prepotenza un altra mina vagante dalla Scandinavia. Eh no eh... Se a Stoccolma devo andarci a Capodanno, comincio a informarmi sui locali hard rock della città, visto il livello compositivo delle nuove band!


Oggi tesso le lodi degli Eclipse, alla terza pubblicazione discografica con Are You Ready To Rock (distribuito dall'italianissima Frontiers Records, che ormai ha monopolizzato il settore). Fautori di un hard rock molto "animalesco" e divertente (Party Rock allo stato puro), gli Eclipse riescono a citare grandi nomi (questi sono cresciuti a pane e Whitesnake/Mr. Big/Talisman) senza copiarne pedissequamente la proposta musicale. E proprio le prime due songs del lotto (Breaking My Heart Again, Hometown Calling) non avrebbero sfigurato nell'ultimo platter del gruppo capitanato da Coverdale, grazie all'interessantissimo guitarwork e al drumming originale.
Nonostante fobie improvvise subito sedate (i primi 5 secondi di Wylide One mi hanno paurosamente ricordato quelli di Bulls On Parade dei Rage Against The Machine... Ma l'impressione è fugace ;) ), l'album scorre piacevolmente, tra momenti più commerciali (To Mend A Broken Heart) e altri più classicamente rock (Unbreakable, Young Guns - il cui riff iniziale mi aveva fatto maliziosamente pensare a Cross The Line dei Place Vendome... - Si lo so, oggi è giornata di paragoni!). Ma nel terzo album degli Eclipse trovano posto anche vere e proprie sfuriate di acciaio, le quali sanno più di sconfinamento nel metal melodico, piuttosto che di temporanea digressione (Under The Gun, Hard Time Loving You). Tutto questo a scapito di qualsiasi ballad; gli Eclipse tirano dritto dall'inizio alla fine e smuovono il culetto anche all'ascoltatore più statico (Million Miles Away, 2 Souls).
Menzione d'onore per l'ultimo capitolo, Call of The Wild, il cui primo ascolto mi ha fatto letteralmente saltare sulla sedia: un pezzo fortemente ritmato, con un riffing circolare praticamente perfetto che non fa prigionieri, e un ritornello da stadio che farà sfracelli nei prossimi concerti del gruppo.

Da punto di vista della tecnica, il gruppo non si fa trovare impreparato. La sezione ritmica è quadrata e potente e dà l'impressione che sia necessario puntellare la propria dimora, casomai si volesse alzare il volume dello stereo. La coppia d'asce, come già anticipato, é abilissima nell'intrecciare trame melodiche e coinvolgenti allo stesso tempo (e i solo sono tutt'altro che scontati). Infine, il cantato di Erik Martenssen (tra l'altro, chitarrista e bassista) calca fedele le orme dei vocalist dei gruppi sopracitati, e forse non pecca di originalità... Ma proprio non riesco a incolparlo, magari fossi io in grado di emulare David Coverdale e Eric Martin!
Il tutto è coronato da una produzione pulita e precisa. Ma dove la trovano l'ispirazione, questi svedesi...

PS niente battute da informatico, del tipo "io preferisco i Netbeans", per piacere...

Tracklist

1) Breaking My Heart Again
2) Hometown Calling
3) To Mend A Broken Heart
4) Wylide One
5) Under The Gun
6) Unbreakable
7) Har Time Loving You
8) Young Guns
9) Million Miles Away
10) 2 Souls
11) Call of The Wild

Line Up

Erik Martensson – Voce / Chitarra / Basso / Tastiere
Magnus Henriksson – Chitarre
Johan Berlin – Tastiere
Henric W. Erikson – Batteria

Per ascoltare qualche sample dell'album, visitate il myspace del gruppo.

Immortalità

«[...] Essere immortale è cosa da poco: tranne l'uomo, tutte le creature lo sono, giacché ignorano la morte; la cosa divina, terribile, incomprensibile, è sapersi immortali. Ho osservato che, nonostante le religioni, tale convinzione è rarissima. Israeliti, cristiani e musulmani professano l'immortalità, ma la venerazione che tributano al primo dei due secoli prova ch'essi credono solo in esso, e infatti destinano tutti gli altri, in numero infinito, a premiarlo o a punirlo. Piú ragionevole mi sembra la ruota di certe religioni dell'Indostan; in tale ruota, che non ha principio nè fine, ogni vita è effetto dell'anteriore e genera la seguente, ma nessuna determina l'insieme...


Ammaestrata da un esercizio di secoli, la repubblica degl'Immortali aveva raggiunto la perfezione della tolleranza e quasi del disdegno. Essi sapevano che in un tempo infinito ad ogni uomo accadono tutte le cose. Per le sue passate o future virtù, ogni uomo è creditore di ogni bontà, ma anche d'ogni tradimento, per le sue infamie del passato o del futuro. [...]»

Da L’Immortale, in L'Aleph (1949), J. L. Borges.

Manga Avatar

Qualche giorno fa, un tesista del laboratorio mi ha fatto conoscere FaceYourManga, un simpatico sito che permette di creare (potenzialmente) infiniti avatar in stile -appunto- manga. Ovviamente l'ho provato all'istante (vado matto per queste puttanate) ed effettivamente è molto carino, permette di personalizzare con un buon livello di dettaglio le proprie creazioni. Ecco il risultato.


Incredibile a dirsi, non è richiesta nemmeno l'iscrizione; é necessario solamente indicare un indirizzo mail a cui inviare il proprio avatar. Unica nota negativa, La dimensione piuttosto ridotta dell'avatar stesso (178x178).

Per chi è interessato alla cosa, anche SimpsonizeMe permette di creare qualcosa di simile... in Simpson-style ovviamente. Pensate allo header di IlBelRagazzo. E' interessante l'idea di partire da una foto... Ma è poco performante, infatti bisogna modificarlo a mano per bene.

H.E.A.T - H.E.A.T (2008)

La più grande rivelazione hard rock di questo autunno arriva, guarda caso, dalla Scandinavia, più precisamente dalla Svezia, e segna un ulteriore punto a favore della scena europea, nell'eterna lotta che quest'ultima sostiene da vent'anni con quella americana. 


Quello che stupisce degli H.E.A.T (la T non é puntata) é la giovane età dei componenti del gruppo(classe 1985/86). Lanciati dalla vittoria, nel 2004, del contest svedese "Musik Direkt" - lo stesso che 20 e passa anni fa ha proiettato gli Europe ai vertici della scena hard rock mondiale -, questi giovincelli (sono più vecchio io... che tristezza) hanno dato alle stampe un album che ha tutte le carte per diventare un classico dell'AOR. E questo si intuisce già dal poker d'assi sciorinato ad inizio album: i ritornelli delle ruffiane There For You, Never Let Go, Keep On Dreaming e Late Night Lady si stampano piacevolmente in testa già dal primo ascolto, grazie anche all'ugola d'oro del cantante Kenny Leckremo, che cosciente delle proprie doti (a me ha ricordato molto Steve Perry), non ci pensa due volte a farne bella mostra. Nell'ascoltatore, a questo punto, comincia a insinuarsi il dubbio che gli H.E.A.T abbiano bruciato le idee migliori nei primi venti minuti dell'album. Dubbio smentito all'istante, perché dopo aver spezzato il ritmo con le semi-ballad Follow Me e Cry, ecco che arriva il primo singolo dell'album, Straight For Your Heart, altro pezzo da novanta dal forte appeal commerciale, che ricorda i fasti del rock ottantiano grazie anche ad una produzione che più Eighties non si può. 
Ascoltando Feel It Again si comincia a dubitare di avere di fronte solamente il debut album di un gruppo di ventenni; non una sbavatura, non una imperfezione in un calderone di idee che, per quantità e atmosfera, mi ha ricordato il primo disco dei Brother Firetribe. Volendo scomodare qualche altro nome per definire il sound del gruppo, mi vedo costretto a chiamare in causa alcuni giganti della scena (ovviamente, i Giant, eheh - ma anche Red Dawn e Honeymoon Suite), fermo restando che il grande punto di forza degli H.E.A.T rimane la forte personalità compositiva, nonostante viaggino su binari più che classici.
La prima smagliatura nella trama intessuta dagli svedesi arriva con Straight Up, song dal sapore molto West Coast, di per sé perfetta ma leggermente fuori luogo in un album fino ad ora tiratissimo su sentieri ben diversi. Bring The Stars é l'ultima song ultra-catchy del lotto, l'ennesimo mid tempo da cantare a squarciagola saltando sul letto e usando la spazzola come microfono, mentre You're Lying e l'autocelebrativa Feel The Heat si rivelano le canzoni più deboli del lotto e lasciano un pò di amaro in bocca, dopo le tonnellate di miele sputate dallo stereo di casa. E per fortuna, perché altrimenti avrei dovuto riporre il debut album degli H.E.A.T nella cassaforte, a fare compagnia a classici intoccabili quali Escape dei Journey o Loud&Clear dei Signal... Per ora accontentiamoci e gustiamoci fino all'ultimo questi H.E.A.T, sperando che non si dimostrino una delle tante meteore della scena.

Tracklist

1) Intro
2) There For You
3) Never Let Go
4) Late Night Lady
5) Keep On Dreaming
6) Follow Me
7) Straight For Your Heart
8) Cry
9) Feel It Again
10) Straight Up
11) Bring The Stars
12) You're Lying
13) Feel The Heat

Line Up

Kenny Leckremo voce
Dave Dalone chitarra
Eric Rivers chitarra
Jona Tee tastiere
Jimmy Jay basso
Crash batteria

Trenitalia dispettosa

Qualche giorno fa avevo avuto modo di discutere con Giorgio sulla possibilità di NON rinnovare l'abbonamento mensile del treno. Infatti, sono pendolare sulla linea Portogruaro-Trieste da inizio settembre; facendo un paio di semplici conti, sono sui 40 viaggi al mese. 

Bene, il primo pensiero che ha fatto capolino nella mia testa nel momento in cui ho stretto in mano l'abbonamento di settembre é stato "Quanta soddisfazione mi pervaderà quando lo mostrerò al controllore...". Dovete pure capire che per 5 anni ho vissuto a pane e due biglietti "normali" alla settimana. Questa presunta soddisfazione non é mai arrivata, perché in 50 e passa viaggi, nessun controllore é venuto a disturbare le mie riflessioni/letture/dormite. Convinto che la multa per chi viaggia in treno (senza biglietto) fosse 25 €, per un certo periodo ho meditato che fosse più conveniente viaggiare senza abbonamento (al momento pago 67,10 €, quindi un tetto di tre multe mi avrebbe portato un passivo di 7,90 €). Poi ho scoperto che la multa in realtà consta di 50/100/200 € a seconda della velocità con cui si rimpinguano le casse di Trenitalia. Zitto zitto, ho rinnovato l'abbonamento.

Per la prima volta, oggi l'ho lasciato a casa (ero allo User Meeting 2008 di modeFRONTIER, quindi niente borsa da lavoro... e da buon pirletta mi sono dimenticato di prelevare l'abbonamento. OT: all'um2008 di mF ho avuto modo di scoprire che i) il mondo industriale ha sete di potenza di calcolo; ii) anche i giappolingui possono parlare un ottimo inglese). E ovviamente... Durante il viaggio di ritorno... ...IL CONTROLLORE!!!

Il controllore di oggi.

Questa é l'ennesima dimostrazione empirica della legge di Murphy. Ad ogni modo, il controllore si é rivelato gentilissimo, contro ogni previsione (insulti, sputazzi, sberle), e mi ha spiegato che é sufficiente presentare l'abbonamento in stazione, assieme al verbale, per evitare altri sviluppi. Meno male che Trenitalia ha previsto che qualcuno possa dimenticare l'abbonamento! Anche se potrebbero controllarlo automaticamente... Visto che é nominale. Ma mi ritengo soddisfatto così, sapendo con chi ho a che fare...

Voglio comunque togliermi un sassolino, visto che siamo in argomento. Sono 5 anni che prendo il treno regionale (orrido, unto, lercio) che parte alle 6.57 da Portogruaro. E sono cinque anni che, puntualmente, parte con cinque minuti di ritardo. OGNI giorno, ne ho avuto conferma in questi mesi da pendolare. Tanta fatica modificare l'orario e settare l'orario di partenza alle 7.02?!? Mistero...

P.S. Ora che rimiro la picture che ho postato... Chi si ricorda di Galaxy Express 999?

Slipper Orchid

Dopo la New Kawasaki Rose, ieri mi sono cimentato nella piegatura della Lady's Slipper Orchid (orchidea da vaso, meno nota in Italia con il nome di Pantofola di Venere).

Lady Slipper's Orchid Origami.

La piegatura in sé é stata meno impegnativa (e meno lunga) della Kawasaki, ma mi ha dato meno soddisfazione. Forse perché la carta di riso è un pò troppo leggera per questo origami (ma ho già pronto il foglio di carta di riso con grammatura più importante). Anche il colore non è un granché, ma a meno di ordinare la carta bicolore (oppure già "disegnata"), mi risulta difficile emulare la varietà di colori di un'orchidea.

Adesso devo solo capire come piegare il resto della pianta da vaso... E farlo. :)

Cydonia, questa sconosciuta

A quanto pare, così sconosciuta poi non lo è. Il nome del blog mi gira in testa più o meno da due anni, tanto che alcuni dei miei amici me lo avranno già sentito nominare in qualche occasione. Ma googlando un pochettino, si scopre che non sono l'unico a cui esso è venuto in mente, visto che skiesofcydonia DOT it è il sito di un allevamento di gatti di razza Maine Coon (cariiini... Ma quanto costano?!? Evviva il gatto domestico/comune/europeo... Come cavolo si chiama? I bastardini, insomma), e che esiste un altro blog "skiesofcydonia" in casa del nemico (Windows Live Spaces). A questo punto mi sorge il dubbio che Google abbia avuto paura che il mio potenziale splog fosse rivolto a fare pubblicità a (uno di) questi due.
A proposito, è finita la quarantena! Tanti bacini a Google che si è corretta. Magari se mi avessero avvisato della cosa, non avrei dovuto dedurlo da solo. Ma non insistiamo con le polemiche, non vorrei mai che mi bloccassero di nuovo.

Visto che sono in argomento, ne approfitto per spiegare un paio di termini/luoghi.
Nonostante al giorno d'oggi tale nome sia famoso più che altro per la pareidolica pianura di Marte, Cydonia è il nome storico di La Canea, seconda (?) città di Creta per numero di abitanti. Colonia veneziana (eheh) dal 1204 al 1645, fu conquistata dai Turchi dopo due mesi di assedio (curiosità: il comandante ottomano fu giustiziato per aver perso 40000 uomini). Cydonia è anche il nome di un genere di piante della famiglia delle Rosacee, di cui fa parte il melo cotogno.

La Canea, faro veneziano.

La Vacca Cosmica, che nomino nello header del blog, è Auðhumla, il primo essere vivente (assieme al gigante Ymir) secondo la mitologia norrena. Dalle sue mammelle nascevano quattro fiumi di latte; per la fame leccò un blocco di ghiaccio (salato) dando forma a Buri, padre di Borr, padre di Odino.

Auðhumla.

La prima volta in cui lessi di tal favella mi spaccai dal ridere (complice il nome, Vacca Primordiale, che suona molto blasfemo se non si conosce la storia), ma poi riflettei che alla fine dei conti non era molto più imbarazzante delle fiabe che popolano la mitologia cristiana, e pensai di tributare ad essa il giusto onore.

Un ultimo appunto. Volo pindarico ha due accezioni; può essere riferito a persone che per bravura riescono ad avvicinare le capacità espressive del poeta greco, o indicare il passaggio, completamente scorrelato, da un argomento all'altro. Spero sia chiaro a tutti che l'ultima interpretazione è quella a cui faccio riferimento, visto che questo blog sarà un autentico calderone. Con il permesso di Google, che tutto controlla...

Bob Catley - Immortal (2008)



Catley è uno di quei pochi cantanti che, al pari del vino, invecchiando migliorano. E dall'alto dei suoi 60 anni pubblica un album, Immortal, che è pregno della stessa atmosfera sognante che ha reso unici dischi griffati Magnum quali On A Storyteller's Night (1985) o il più recente Princess Alice And The Broken Arrow (2007). Una lezione di classe in campo hard rock epico, che sfocia spesso e volentieri in soluzioni più heavy (Open Your Eyes, One More Night, Win The Throne, Haunted) ma non per questo meno dirette.
La componente melodica, infatti, è sempre presente, come da tradizione Catley; il trittico iniziale Dreamers Unite - We Are Immortal - End of The World ne è l'esempio più lampante. L'eleganza della ballad The Seartcher apre la strada all'orecchiabilità della coppia Light Up My Way e You Are My Star, mentre War In Heaven richiama alla memoria (ed eguaglia) i cavalli dei battaglia dei Magnum stessi. Infine, Heat of Passion, con le tastiere di Karlsson sugli scudi, chiude nel migliore dei modi un album praticamente perfetto nel suo genere.

In definitiva, un acquisto che consiglio caldamente (ma visti i nomi coinvolti, avrei potuto farlo anche ad orecchie tappate) a tutti gli amanti del rock melodico anni ottanta, e della melodia mai fine a se stessa. Menzione particolare per la produzione pulitissima di Dennis Ward, praticamente perfetta per il genere, e per l'ottimo artwork ottantiano curato dal solito Rodney Matthews.

Tracklist

1) Dreamers Unite 6'20''
2) We Are Immortal 5'44''
3) End of The World 5'03''
4) Open Your Eyes 4'26''
5) The Seartcher 5'14''
6) One More Night 4'44''
7) Light Up My Way 5'43''
8) You Are My Star 4'57''
9) War In Heaven 4'57''
10) Win The Throne 4'22''
11) Haunted 4'46''
12) Heat of Passion 5'34''

Line-Up

Bob Catley voce
Dennis Ward chitarra, basso, tastiere

Uwe Reitenauer chitarra

Magnus Karlsson tastiere, chitarra in End Of The World
Dirk Bruinenberg batteria

Sul sito ufficiale di Bob Catley si possono ascoltare i sample di tutte le canzoni dell'album.

Sono un criminale!

Nemmeno un giorno di vita per questo blog, e già iniziano le magagne. 

Stamattina controllo la posta e scopro che la mia nuova creatura è stata "bloccata" in quanto potrebbe potenzialmente essere uno "splog". Vorrei tanto capire in base a cosa è stato identificato come tale. L'aver linkato due volte nel giro di poche righe un altro sito (ilbelragazzo, non lo linko di nuovo che non si sa mai, magari questa volta mi arrestano...) non mi pare un tentativo così fraudolento di nuocere al mondo.

Ad ogni modo, un generatore automatico di mail si è premurato di rassicurarmi:

"We find spam by using an automated classifier. Automatic spam detection is inherently fuzzy, and occasionally a blog like yours is flagged incorrectly. We sincerely apologize for this error. By using this kind of system, however, we can dedicate more storage, bandwidth, and engineering resources to bloggers like you instead of to spammers."

Ok, va bene, ci siamo chiariti... Amici come prima? Ma anche no, visto che chiunque ha provato ad accedere al blog in questo periodo si è visto comparire questo simpatico avviso che mi dipinge come un criminale (ringrazio Eric per lo stamp):


E non è certo paranoia da parte mia, visti i commenti che mi sono arrivati da più parti. Capisco che tutto ciò Google e compagnia lo fanno ad maiorem Dei gloriam... Resta il fatto che, con una semplice ricerca di pochi secondi, è possibile accedere a blog che straripano di materiale pornografico (per non dire peggio), illegale, e chi più ne ha più ne metta, mentre il mio miserrimo Skies of Cydonia... potrebbe avere "contenuto inappropriato".

E comunque devo ancora spiegarmi perché io riesca ancora a pubblicare post (questo stesso ne è un esempio), nonostante sia in quarantena...

Hello World!

Come già successo per uno dei blog che (co)gestisco, non posso che dare il benvenuto al mondo nella maniera più informatica che esista. 

Due parole su questo blog. Nonostante il (supposto) successo di Il Bel Ragazzo®, mi sono resto conto che ultimamente stavo mangiucchiando spesso e volentieri quello spazio che dovrebbe essere condiviso, ma che in realtà stava diventando sempre più personale. Ho deciso quindi di ritagliarmi uno spazio completamente mio, nel quale divagare senza timore su qualsiasi argomento passi per la mia veneta mente. Sia ben chiaro che il sopraccitato blog continuerà ad esistere, e che io proseguirò ad offrire il mio contributo.

Aspettatevi pure qualche novità rispetto a quanto ero solito scrivere su Il Bel Ragazzo®, come ad esempio qualche recensione musicale delle perle, conosciute o meno, che ho occasione di ascoltare. Ovviamente, secondo i miei gusti...