9 - Il Ladro

Ultimo nel nostro canto, ma tra i Creatori Primi della Gilda stessa, giunge il Ladro. Come tutti i propri compagni, era di indole buona, e metteva le proprie capacità al servizio della Gilda. Sottile, amante della natura, nella quale sapeva nascondersi per mesi, poteva essere diretto o parlare per enigmi, o sparire e riapparire all’improvviso dopo eoni, come ogni Ladro che si rispetti; amava dileggiare per il gusto del dileggio in sè, e per questo canzonava tutti, senza risparmiare se stesso. Molti sostengono che queste abilità fossero innate; altri argomentano che furono guadagnate nella Città Innominabile, dove imparò ad adorare il Dio Calcolatore; altri, che furono un dono del Dio Rosso, al quale egli stesso si votò, dopo lunghe tribolazioni teologiche.
Come nota anima solitaria egli è sovente dipinto, negli anni della giovinezza; ma i cantori più maligni non disdegnano di alludere a lunghi anni di studi nella Città Innominabile, trascorsi in forse discinta compagnia di un Pescatore rinnegato. Certo è solo che cotanto studio gli valse una profonda conoscenza della Magia Programmatica, essenziale ad un Ladro come l'acqua ad un pesce. Ma la Città Innominabile era potente e viva; a lungo il Ladro subì l'influenza maligna che essa sprigionava, e a lungo vi tornò, ad affinare le sue Arti.

2 commenti:

Andrea De Lorenzo ha detto...

Ok, questo mi sa che lo conosco pure io :)

Alessandro ha detto...

Tra Ladri ci si conosce :)