6 - Il Bardo

Quest’ultimo suonava il Piffero come nessuno aveva mai osato. Cantore famoso in tutto la Marca, era anche un profondo conoscitore della Magia Antennica, antichissima arte oggi perduta, con la quale riusciva a diffondere la propria Musica per centinaia e centinaia di miglia. I ludi esotici assai lo irretivano, ma molto gradiva anche quelli locali, in particolare il giuoco della PallaPiede; egli esercitava spesso la Magia Antennica per visionare duelli remoti.
Nella sua giovinezza era molto amato dalle donne; ma egli era di animo leggero, quasi assente, e non sembrava accorgersene o curarsene. Anche per questo era spesso bersaglio delle ire del Paladino, che non capiva, in aggiunta, come mai egli non infondesse tutto il proprio talento nello studio della Musica Sacra; mai riuscì a capire che il Bardo era uno spirito troppo libero per coltivare un’arte così severa. Tuttavia, egli sembrava non temere l’ira divina, anzi, come è nell’animo dei bardi, si divertiva a dileggiare il Paladino e a intessere canti di burla nei suoi confronti, con grande divertimento di tutti confratelli. Nonostante ciò, il Paladino segretamente lo amava molto; fu egli, infatti, ad introdurlo nella Gilda.
Molti epiteti lo celebrano, ed il suo animo ne era lieto; ma Braccio Corto lo piccava, e mai ne conosceremo la cagione. Da angosce era libero, eccezion fatta per la sua Nemesi: lo Spettro dell'Uomo Nero.

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