4 - Il Monaco

Il Monaco era uomo di poche ma sagge parole. Egli pareggiava una fragile costituzione (influenzato era sovente) con una grande maestria nel combattimento a mani nude. Dal leggendario maestro Boh Fel Lis aveva imparato, dopo strenui allenamenti, a saltare i fossi per lungo; ma mai gli riuscì di farlo con le mani legate dietro alla schiena, e questa debolezza era il trionfo del Barbaro, che ne approfittava per canzonarlo e per metterlo alla prova con lunghi e impegnativi Panini. Fortunato questi era, perché il Monaco lo teneva invece in alta considerazione, e mai osò alzare una delle sue infallibili mani contro un compagno.
Amava investire il proprio tempo nel perfezionamento della propria arte e nello studio degli esseri viventi. Assai morigerata era la sua vita, e da lungi non si ricordavano compagne al suo fianco a distrarlo dal proprio cammino; ma i lunghi viaggi oltre il Patriarcato Aquilano, nella Città Innominabile, dove egli celebrava i propri studi, facevano riflettere molti suoi compagni; e qualcuno sosteneva che, oltre ad eccellere nel combattimento a mani nude, egli fosse esperto assai nell’arte della lancia, grazie ad arcani allenamenti segreti.

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