Da qualche scritto di Borges ho recuperato la seguente immagine di Nāgārjuna: Se ci fossero tanti Gange quanti granelli d’arena ci sono nel Gange e poi tanti Gange quanti granelli d’arena nei nuovi Gange, il numero dei granelli d’arena sarebbe inferiore al numero delle cose che il Buddha ignora. Quanta conoscenza sfugge ogni istante? Concentrarsi su un simbolo in un dato momento significa ignorarne un numero quasi infinito. Una goccia d'acqua cade nel palmo aperto della mia mano: innumerevoli altre non vi cadranno
e innumerevoli cadranno nascoste ad occhi avidi
e nessuno tramanderà il loro suono.
Quella singola goccia, con la sua intricata genealogia, postula l'Universo. Simboli lontani si sono intrecciati per lenti milioni di anni
e innumerevoli cadranno nascoste ad occhi avidi
e nessuno tramanderà il loro suono.
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Quella singola goccia, con la sua intricata genealogia, postula l'Universo. Simboli lontani si sono intrecciati per lenti milioni di anni
e una scimmia ha mosso il primo incerto passo
e in una stanza buia una madre ha generato un figlio che sarà Annibale e Attila e Napoleone
perché ora quella goccia d'acqua punga la mia mano.
L'Universo è un'albero, un mosaico inconcepibile nella sua vertigine, e quella goccia è una foglia, una tessera, che lo racchiude; la foglia diventa ramo, sulla tessera poggiano altre tessere, in una danza perfetta e inevitabile. Un giorno un uomo riderà abbracciando una donna
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L'Universo è un'albero, un mosaico inconcepibile nella sua vertigine, e quella goccia è una foglia, una tessera, che lo racchiude; la foglia diventa ramo, sulla tessera poggiano altre tessere, in una danza perfetta e inevitabile. Un giorno un uomo riderà abbracciando una donna
e un fiore sboccerà in Irlanda
e tutto il futurò sarà necessario
perchè una goccia di pioggia ha bagnato il mio palmo e ha ispirato queste righe.
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L'albero, o mosaico, è infinito; non è verosimile una radice o una tessera prima. La sua espansione è continua e inconcepibile: non è sbagliato supporre trame periodiche, o quasi. Scrivo queste righe che sono già state scritte e che lo saranno nuovamente
e in qualche eone non cadrò dalla bicicletta in un giorno di luglio
e in altri non giocherò con un gatto sulla riva di un fiume
e in infiniti che ignoro non farò, o non ho fatto, entrambe le cose.
Aggiunta. L'abuso di Borges è volontario. Egli sapeva di contribuire all'intricata entropia dell'Universo, di far vibrare i sottili filamenti che lo sostengono; scrisse anche perché un giorno di inverno, o molti, una figura di un'altro emisfero lo leggesse e concepisse queste fantasie, che lo plagiano e si condannano.
2 commenti:
La prima parte del post mi ha fatto tornare in mente "La biblioteca universale" di Kurd Laßwitz
Che, tra le altre cose, ha ispirato "La biblioteca di Babele" di Borges. Ciclico! :)
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