Selezione di nostalgie

I primi tepori primaverili mi ricordano sempre gli anni delle superiori. Nessuna nostalgia dei banchi di scuola; piuttosto, degli eterni tragitti in bicicletta. Pungenti nell'umida mattina, immersi negli ultimi vapori del Lemene, illuminati da un chiarore sempre più persuasivo; frenetici all'ora di pranzo, contagiati dall'entusiamo del pieno giorno, persi in torrente liberatorio di scemenze, non so se riesco a ritrarci bene, me, Nico, qualche volta il Dende, o il Gazz, non mi ricordo altri.
Caesar III ci ha unito più della scuola. Quante ore passate insieme a casa di qualcuno, con la pallida scusa dello studio combinato; la grassona del mercato lamentosa per la mancanza di cibo, il sacerdote scheletrico per quella di lavoratori. L'informatica era ancora un'entità poco conosciuta; invidiavo il Pentium II del Dende, che caricava il gioco in pochi secondi. La mancanza di musiche, che sarebbero giunte, le palme del deserto, il grano che cresceva a vista, le legioni, gli acquedotti, le navi, gli dei, tutto questo era poesia e non lo sapevo.

Oggi guardo con un mesto sorriso ad un gioco e ad una bici già ormai di altri tempi. Quello che sono stati, in un certo senso, per me dura ancora.

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