Della scrittura di blog

Non voglio dare consigli su come si scriva un blog; la rete è già zeppa di regole, buone o cattive, perchè io ne aggiunga altre. Solo, una manciata di osservazioni dalla mia discreta esperienza.
Scrivere dovrebbe essere un piacere; questo dovrebbe far crollare qualsiasi inquadramento. Vero è che un blog, per sua natura, tende verso stili semplici, chiari, di effetto; ciò nonostante, un blogger è libero di fare (e scrivere) quello che gli pare: post biblici, abuso del vocabolario, pubblicazioni rade, impaginazione scoordinata. Che piaccia o meno alla gente, dovrebbe essere insignificante. Io tendo a seguire le regole che mi piacciono: post di media lunghezza, giustificati, una o due immagini correlate, stile informale. Questo non mi vieta di uscire dagli schemi quando ne ho voglia: post senza foto o formali (Canti della Gilda), citazioni che trovo interessanti o piacevoli, rielaborazione di stili o temi famosi per il mio diletto (Borges e il fantastico, la nuda ipotassi di Saramago). 
Non si dovrebbe mai scartare quanto si è scritto. Il continuo esercizio dà i suoi frutti: rileggere il proprio blog nel tempo permette di cogliere la propria evoluzione come blogger. Io pubblico sempre ogni cosa che scrivo; di molti post quasi mi vergogno, per contenuti o forma; di alcuni sono ancora piuttosto soddisfatto. Con il passare del tempo, gli uni lasceranno il passo agli altri.
Finale. Lambiccarsi le cervella dà frutti mediocri: se non si ha nulla, o poco, da dire, è meglio deporre la penna (la tastiera). Curiosamente, i post che apprezzo maggiormente sono partoriti di getto.
Tutto ciò dovrebbe valere, nella mia modesta opinione, per blog personali; tralascio volutamente quelli settoriali o condivisi.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Hai scritto "perchè" al posto di "perché". Perché?

Alessandro ha detto...

Perchè sono un outsider!