Napolitano, Flash Gordon mi fa una pippa

Giorgio Napolitano firma decreti con la stessa velocità con cui un beduino si mangerebbe un calippo. Probabilmente pensa che gli chiedano autografi. In realtà è molto peggio, testuali parole: “Nella Costituzione c'è scritto che il presidente promulga le leggi. Se non firmo oggi il Parlamento vota un'altra volta la stessa legge ed è scritto che a quel punto io sono obbligato a firmare. Se mi dite non firmare, non significa niente". Leggi: con la Costituzione mi ci pulisco il culo, o almeno, con l'articolo 74 (Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata). Il massimo: approvo una legge anticostituzionale (il condono è in contrasto con l'articolo 53) e mi giustifico dicendo che un articolo della Costituzione (74) non serve a niente. Chi sono? Il Presidente della Repubblica, ovvero il garante massimo della Costituzione Italiana. Sembra una barzelletta.
Non é detto che un secondo giro di giostra alle Camere avrebbe potuto sortire gli stessi effetti. Qualcuno avrebbe potuto sperare che la morìa delle vacche, che ha sterminato le file dell'opposizione al momento decisivo, sarebbe stata debellata. In ogni caso, non è scontato che il ruolo del Presidente sia inutile: nel 1993, Scalfaro rispedì al mittente il decreto Conso, che depenalizzava i finanziamenti illeciti ai partiti, perché incostituzionale (archivio del Corriere). Il governo Amato cadde dopo un mese circa.

Senti, io te lo firmo 'sto decreto-legge, ma tu mi mandi il pacco di caramelle al tamarindo che mi avevi promesso.

Nel frattempo, RSF schiaffa nella home del proprio sito una vignetta di quel mangiabambini di Vauro e minaccia di inserire Berlusconi nella lista nera dei "predatori della libertà di informazione". La Lega, covo di razzisti e neofascisti (Borghezio docet) galleggia nell'assurda condizione di avere ministri pagati dai cittadini dello Stato da cui agogna l'indipendenza, e si perde nei deliri di onnipotenza del Barbarossa, simbolo della perduta libertà padana (SVEGLIA, la Padania non è mai esistita come nazione, non c'è nessuna identità perduta da riconquistare! Ha molto più senso sventagliare - non condivido, se non per pure ragioni goliardiche - il Leone Marciano o l'aquila friulana). La CIR di De Benedetti ottiene 750 M€ dalla Fininvest per il lodo Mondadori, commutabili però in una fornitura a vita di troioni, pardon, di escort. Un deputato IDV, Barbato, definisce mafioso il PDL, scatenando reazioni di sdegno. Nella mafia. Saviano, dopo essere stato candidato al premo Sakharov per la libertà di stampa, vince il premio letterario Geschwister-Scholl-Preis (vinto nel 2007 da Anna Politkovskaya); ne dà notizia il maggiore veicolo di informazione italiano: Die Zeit. Fini rinuncia alla protezione del Lodo Alfano e diventa il candidato più credibile alla guida del PD. Ratzinger prega per le vittime delle calamità naturali, poi torna su youtube a guardare i video di Luttazzi. La nazionale di pallavolo femminile vince l'Europeo, quindi si appresta ad approdare in Parlamento, grazie anche all'ottimo curriculum callipigio che non fa mai male. Infine, Berlusconi palpa culi generici, prega Dio, angeli e giudici costituzionali che il Lodo Alfano passi, e promette settantadue ponti sullo stretto agli sfollati di Messina entro Natale, cioè entro il suo compleanno, sperando poi che anche senza Tarantini gli arrivi lo stesso un bel pò di oro, incenso e figa.

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