Edguy - Tinnitus Sanctus (2008)

Basta ricordare i video di Superheroes e di Lavatory Love Machine per capire di che pasta sono fatti gli Edguy. Caso più unico che raro nel panorama metal. Per così dire: chi ancora immagina il metallaro brutto, sporco e cattivo, vedendo e ascoltando il gruppo tedesco rimarrebbe profondamente deluso. Al massimo ti immagini un cappellone che insegue farfalle in un prato fiorito in una giornata di sole. 


Sì, perché il gusto per la melodia di Tobias Sammet e soci è innegabile; ad ogni nuovo platter, lo stereo di casa sommerge l'ascoltatore di tonnellate di zucchero che hanno fatto storcere il naso a legioni di true defender del metallo, e che hanno conferito ad Edguy e simili (mi sovvengono alla memoria gli altrettanti ottimi e mielosi Freedom Call, ma ce ne sono in giro...) l'etichetta polemica di Happy Metal. Per non parlare poi della componente scenografica del combo; il buon vecchio Tobias è tra i pochi che hanno il coraggio di abbinare finte pellicce di ermellino con occhialoni di plastica rosa, e di farlo davanti a migliaia di quei brutti, sporchi e cattivi metalloni di cui si parlava sopra.
Eppure non riesco a non ascoltarli. Sarò anche fighetto e poco true nello spaziare dal Death/Black all'Happy Metal... Ma salto sulla sedia ogni volta in cui gli Edguy sputano fuori un nuovo disco. E' anche il caso del nuovo Tinnitus Sanctus, con il quale gli Edguy confermano il loro sound inconfondibile a cavallo tra Power Metal (i powerelli più puri impazziranno per The Pride of Creation) e Hard Rock melodico da classifica (Nine Lives, intrisa delle tastierino che tanto mi piacciono). Ma tutto l'album è su livelli estremamente alti, come da tradizione Edguy. Menzioni particolari: l'opener Ministry of Saints (qui c'è il video, ma è poco tamarro! Però c'è una bella bistecca generica), che alterna un riffone semplicissimo ma coinvolgente ad un ritornello da stadio; la semi-ballad Thorn Without A Rose, da cantare ancora una volta a pieni polmoni; la cavalcata Wake Up Dreaming Black, da headbanging sfrenato (per chi si accontenta di farlo con gli Edguy) e la minisuite Speedhoven, pomposa e orecchiabile, caratterizzata già nel titolo dalla poca serietà con cui gli stessi tedeschi si prendono. Ciliegina sulla torta, la bonus track Aren't You A Little Pervert Too, un'improbabile digressione nel country che lascia l'ascoltatore con il sorriso sulle labbra, degna conclusione per un album di una band pagliaccia come poche. Bravi Edguy! Aspettiamo un nuovo video cazzone...

Tracklist

1) Ministry of Saints
2) Sex Fire religion
3) The Pride of Creation
4) Nine Lives
5) Wake Up Dreaming Black
6) Dragonfly
7) Thorn Without A Rose
8) 9-2-9
9) SpeedHoven
10) Dead or Rock
11) Aren't You a Little Pervert Too? (Bonus Track)

Line Up

Tobias Sammet - Vocals, keyboards
Jens Ludwig - Guitars
Dirk Sauer - Guitars
Tobias Exxel - Bass
Felix Bohnke - Drums

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