Cima da Conegliano a Portogruaro, sinossi

Il Duomo di Portogruaro non spicca certo nella lista delle chiese più belle d'Italia; non me ne vogliano i compatrioti, ma l'aspetto da chiesa fortificata non invoglia alla visita. Ben più caratteristico è il campanile; il terreno poco stabile lo ha reso un lontano parente di quello della veneziana chiesa di Santo Stefano e della Torre pisana.
La chiesa attuale risale agli inizi del diciannovesimo secolo; della precedente costruzione non ignoro solamente la disposizione, ruotata di un angolo piatto rispetto a quella attuale. L'interno è semplice e spartano; questo non è necessariamente una pecca: entrando, l'occhio è catturato dalla favolosa pala d'altare del Martini, una Presentazione di Gesù al tempio, recentemente riportato a nuova vita da un impeccabile restauro.
Non entro spesso in Duomo; ho rotto il tabù il sabato di Pasqua, attirato dalle fioche luci della Veglia. E' noto che le celebrazioni liturgiche mi coinvolgono poco; ho dunque lasciato che lo sguardo vagasse libero per l'interno, fino ad essere catturato dalla prima pala della navata sinistra. Ho così notato, per la prima volta in tanti anni, una perfetta riproduzione dell'Incredulità di San Tommaso di Cima da Conegliano.
Giovanni Martini, Presentazione di Gesù al tempio.
1515, Duomo di Portogruaro. Particolare.
Un pò di storia per gli interessati che ignorano la vicenda. L'Incredulità di San Tommaso è stata commissionata al Cima dalla Scuola di San Tommaso dei Battuti di Portogruaro, per adornare l'altare della chiesa di San Francesco; tale chiesa è stata demolita secoli or sono ed era posizionata, se non ricordo male, nei pressi della porta di San Gottardo (al secolo, porta di San Francesco, appunto). L'Incredulità di San Tommaso fu l'opera più costosa mai realizzata dal Cima (132 ducati), al punto che il pagamento venne completato solo nel 1509, ben cinque anni dopo la consegna. La pala in seguito è stata esposta in Duomo, ma a causa delle cattive condizioni in cui versava, è stata trasferita più volte alle Gallerie dell'Accademia per restauri; vi rimase nel 1745, dal 1820 al 1831 e dal 1852 al 1854. Sfortuna volle che l'Accademia, durante il secondo restauro, subisse un allagamento che si portò allegramente a spasso per le Gallerie la pala del Cima, danneggiandola ulteriormente. Ormai quasi irrecuperabile, nel 1863 il curatore della London National Gallery, Sir Charles Lock Eastlake, in quel periodo in Italia, giunse a Portogruaro, si innamorò della pala, uno dei più alti vertici compositivi del Cima, e nel giro di 7 anni la comprò per la somma di 45.000 lire dal Comune di Portogruaro; il quale, come clausola, volle aggiungere la realizzazione di una copia da esporre in Duomo. Per chi volesse approfondire, consiglio questo documento trovato in rete; l'intera vicenda è sviscerata nei minimi dettagli, da pagina 301 a pagina 315. Un'alternativa meno accessibile a tanti, ma meritevole di citazione, è il felice saggio sul tema scritto da Giovanni C.F. Villa e contenuto nel catalogo della mostra Cima da Conegliano. Poeta del paesaggio (Palazzo Sarcinelli, Conegliano, 26 febbraio 2010 - 2 giugno 2010), della quale il signor Villa è stato pure curatore. Lo stesso saggio è presente, per concessione dell'autore, nel catalogo della mostra Rinascimento tra Veneto e Friuli. 1450-1550 (Portogruaro, Collegio Marconi, 7 agosto – 17 ottobre 2010).
L'originale è stato riportato in vita dagli inglesi negli anni successivi all'acquisto, e ancora oggi si può ammirare la pala alla National Gallery di Londra, della quale è una delle opere di punta. Se da una parte piango la più grande perdita artistica del Veneto Orientale, dall'altra mi consola sapere che senza il buon Sir Eastlake ora la pala potrebbe essere ben che perduta. La copia in Duomo, fino a poco tempo fa nascosta ai miei occhi, è stata realizzata in quel tempo da Napoleone Eugenio Bonò (1806-1893), portogruarese, che a quanto pare non ha fatto molto altro per farsi ricordare dai posteri, se non una bella panoramica di Venezia, in matita su carta, e un paio di paesaggi in stile ottocentesco, che dovrebbero essere sempre in terra di Gru. Gli va riconosciuto che la riproduzione è perfetta e di pregevole fattura; l'impressione è di avere di fronte agli occhi l'originale.
Non ho mai visitato Londra, nè ci tengo particolarmente a farlo; questa pala ha cominciato a smuovermi verso quella direzione.

Giovanni Battista Cima da Conegliano, Incredulità di San Tommaso. 1504, London National Gallery.

1 commenti:

Alessandro ha detto...

La navata è quella di destra, non di sinistra. Si ringrazia Neve per la segnalazione!