Duecento lire

Il periodo delle elementari è particolarmente vivo di questi tempi. Continuo a dedicargli qualche riga, finchè il ricordo aleggia, non vedo motivo per non celebrarlo. 
La scuola dista tuttoggi mezzo chilometro da casa. Durante la bella stagione, ci andavo a piedi spesso. Alla mattina camminavo da solo, e mi godevo il silenzo, che grazie alle divinità ancora perdura. Percorrevo invece il ritorno con un amico che abita qualche metro accanto casa. Un giorno, non so chi di noi due trovò una moneta abbandonata a terra; fu un'illuminazione. Per settimane rientrammo da scuola camminando a testa bassa, cercando nuovi tesori. Alla fine i nostri sforzi da predatori furono premiati, e trovammo duecento lire. Il loro scintillio ci ammaliava. Avevo una gioia incontenibile in corpo; arrivai a casa e chiesi a mia madre di cambiarmele in due pezzi da cento. Il giorno dopo, consegnai metà del bottino al complice. Nei miei ricordi, questo è ancora uno dei gesti più sinceri di amicizia; se non é il più alto, almeno sarà stato il primo.
Continuammo per un certo periodo la carriera di raiders, poi un giorno trovammo una siringa usata. Eravamo coscienziosi e smettemmo. Queste righe intrecciano il simbolo di un'epoca.

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