Non avevo mai sentito parlare di Gino Facchin fino a poche sere fa, quando in un vile succo di stanchezza, cultura e campanilismo, ho sfogliato una ricca e curata antologia della storia di Concordia, o meglio della sua diocesi. Due volumi che da venti anni riposano, fin troppo, nel mio salotto.
Ho scoperto così le discrete doti poetiche di questo stimmatino di origini concordiesi, defunto circa otto anni fa. Quasi trentenne, dedicò una coppia di poesie al suo vecchio paese natale e alle importanti origini. Riporto il testo della poesia in oggetto, dedicato a Faustiniana, nobile matrona di fede cristiana del quinto secolo dopo Cristo, il cui prezioso sarcofago ognuno può ammirare negli scavi romani sotto piazza Costantini.
Ho scoperto così le discrete doti poetiche di questo stimmatino di origini concordiesi, defunto circa otto anni fa. Quasi trentenne, dedicò una coppia di poesie al suo vecchio paese natale e alle importanti origini. Riporto il testo della poesia in oggetto, dedicato a Faustiniana, nobile matrona di fede cristiana del quinto secolo dopo Cristo, il cui prezioso sarcofago ognuno può ammirare negli scavi romani sotto piazza Costantini.
Il mio abito è lutto
e vietato è l’amore alle mie mani
spalmate d’olio santo.
Ma oggi accarezzo con pia voluttà
La conchiglia e il cantaro
e le foglie tenaci di palma
espanse sul tuo sepolcro,
Faustiniana.
Odora il nardo delle tue vesti
negli orceoli vuoti
e il tuo passo mi è accanto
più leggero del lungo silenzio
dei secoli, matrona,
nell’ombra soave di un sogno
per colloqui soavi
evocata.
e vietato è l’amore alle mie mani
spalmate d’olio santo.
Ma oggi accarezzo con pia voluttà
La conchiglia e il cantaro
e le foglie tenaci di palma
espanse sul tuo sepolcro,
Faustiniana.
Odora il nardo delle tue vesti
negli orceoli vuoti
e il tuo passo mi è accanto
più leggero del lungo silenzio
dei secoli, matrona,
nell’ombra soave di un sogno
per colloqui soavi
evocata.
Ci sono immagini notevoli e altre, secondo la mia modestissima opinione, un pò meno fortunate; per quanto mi riguarda, ho apprezzato molto gli echi dal Cantico dei Cantici, lontani ma presenti (I tuoi germogli sono un giardino di melagrane / con i frutti più squisiti / alberi di cipro con nardo / nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo; Cantico dei Cantici, 4,13-14); la felice enumerazione; la delicata sinestesia del silenzio leggero.
Per i più pigri, riporto la migliore foto del sarcofago che sono riuscito a scovare, e l’iscrizione che si può leggere su di esso, con traduzione. (Non è permesso, ahimè, fotografare l’interno degli scavi.)
FAUSTINIANA C(LARISSIMA) F(EMINA)
FAMULA CHRISTI
SE SUAMQUE SEPULTURAM
VIVENS CHRI(STI) S(ANCTO) TABERNACULO
AC SANCTORUM MEMORIAE COMMENDAVIT
Faustiniana, donna di rango senatorio,
serva di Cristo,
ancor viva affidò sé e il suo sepolcro
al tabernacolo di Cristo
e alla memoria dei Santi.
serva di Cristo,
ancor viva affidò sé e il suo sepolcro
al tabernacolo di Cristo
e alla memoria dei Santi.
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