Waiting for a Turkish Van

Ho due gatti, i cui nomi non citerò per rispetto del buon costume, che hanno campato alla grande rispettivamente per dodici e undici anni, e che hanno intenzione di camparne altrettanti. Per la precisione, una gatta di madre certosina e padre persiano, pelo corto e bigio; e un gatto, figlio della prima, padre ignoto e una vaga somiglianza con Tom di Tom&Jerry.

Ciò non preclude che io non possa accudire altri felini, d'ora in avanti.
E' notorio, per chi mi conosce, che in lista ci sono già un birmano e un british shorthair blue.

 Gatto birmano.

British Shorthair Blue.

Oggi la lista si è allungata: esigo accudire un turkish van, o turco van, all'italiana.
Pare sia una razza piuttosto rara, ma cercando i prezzi in rete, pare siano più bassi degli altri due. Bah.

 Turkish Van.

E' un gatto bellissimo, poco da dire: ma la sua particolarità è l'amore istintivo per l'acqua. Sì: é forse l'unica razza di gatti che non prova alcuna paura atavica per l'acqua, anzi, è un nuotatore provetto e si tuffa appena ne ha la possibilità.


Un gatto che ama l'acqua.

Lo voglio. Regalatemelo.

Rumatera, morti de figa

Semo  i pexo morti de figa
Rumatera da Cassago de Pianiga!

Ho ascoltato i Rumatera.

Due anni sono passati dallo scioglimento dei Catarrhal Noise e dalla fondazione della nuova creatura del Bullo, e per due anni la paura che i Rumatera non avrebbero retto il confronto mi ha attanagliato, costringendomi a ritardare questo passo.

Una piccola premessa. I Catarrhal Noise erano una band heavy/thrash metal, con spiccate influenze crossover. I Rumatera suonano punk rock e dai primi ereditano un cantante, un ex chitarrista, e il fardello di esserne considerati gli eredi spirituali.

Ora, tutti sappiamo perché i Catarrhal Noise ci piacevano - e ci piacciono: per aver trasposto in musica e la cultura del rujo, termine difficile da sviscerare a chi non è nato e cresciuto nel nostro entroterra. Essere rujo è sì essere grezzo oltre ogni limite, volgare, contadino, ma è anche essere sincero, diretto, semplice, legato alla propria terra, e soprattutto è consapevolezza di esserlo e di volerlo rimanere. Ecco perché é divertente ascoltarsi un album dei CN, perché ci si immerge ogni volta in un mondo popolato da tratori, trina, tori da monta, leamàri e buèe marse, che altro non é che una lettura grottesca ma affettuosa di quella galassia pedemontana che Paolini ha omaggiato in bestiario veneto. Intendiamoci: paragonare i Catarrhal a Paolini è come affiancare Alvaro Vitali a Humprey Bogart. Ma a noi ruji basta poco:

So nato in campagna in mexo dee nogare
'ndavo in oratorio coa machina da arare
pisavo sul bidet, xogavo in mexo al formenton
me nono me butava el tocai sul biberon!

Ora, un genere estremo come il thrash e la voce contadina del Bullo calzavano alla perfezione con una quartina simile. E il punk rock dei Rumatera?

Ecco, il grosso fastidio è tutto qui. Il punk rock è più semplice, più festaiolo, e questa differenza, non so se volutamente o meno, si rispecchia anche nei testi dei Rumatera. Sembra quasi che pensino solo a far festa e a correr dietro alle gonnelle. Certo, non stiamo parlando di quattro fighetti, anzi, il tutto è ancora una volta intriso di cultura campagnola, di dialetto. Ma se i Catarrhal te li immaginavi sul tratore a fare la gara del solco drito dopo na sgionfa de vin, i Rumatera te li vedi sulla spider mentre passano a tutta velocità a Cassago de Pianiga. Certo: la spider è diventata tale grazie ad una mòea a disco e la stanno guidando verso una festa piena de vin e porsèe. Ma il tratore? io volevo ANCHE quello. Perché i CN avevano l'uno e l'altro.

Rumatera, 2008. Il barbo è una citazione che mi commuove.

Qualche spiraglio di luce campagnola ogni tanto compare nei due album (Rumatera, 2008; 71 gradi, 2010). E' il caso di Toxi de campagna, immancabile pezzo rappato da Medrano coi Rumatera:

I toxi de campagna poenta e ossi magna
Te i cati ae sagre sora el paeo dea cucagna
I toxi de campagna co pissa i se bagna
I porta pasegiare su pa l'arzare a cagna...

o di Vai col Lissio, probabilmente il migliore dei nuovi testi, stupendo tributo ai vecchi da sagra:

Altro che cartoni o ecstasi, i se carbura a pesse frito e vin
'Ndando casa no i se smalta mai adosso a un pin...

Ma la rujerìa (pochi apprezzeranno il doppio senso) fine a se stessa è davvero poca. Per il resto, tete, cùi, fighe, e alcol. Per carità: il tutto è volutamente demenziale, quindi si ride lo stesso. Penso a Me sò inamorà:

E a mi me piase quee piene de peo
Quee che rutta, che scoresa e che fa festa co l'oseo
Che se imbriaga e che spantassa sotto ea toea...

o a No Bevo Più:

Dimme parchè, ti dimme dimme parchè
Pensavo fusse na roja invesse jera un bidet
Ea prossima volta bevo acqua e limon
Serco de stare tranquio, no fare massa el cojon

E come non citare la metafora pù bella che io abbia mai sentito del salto del giaguaro:

Arare sempre a fondo, e semenare fora!

Per quanto riguarda l'aspetto musicale, beh, chapeau. Ho dovuto riabituarmi alle sonorità punk rock commerciale che non ascoltavo da dieci anni, ma una volta recuperato l'orecchio, sono rimasto sbalordito. Tutte le canzoni sono godibilissime, e ci sono pezzi da novanta che farebbero muovere il culo persino a tua nonna in carriola (Assa perdare i Pin Floi, Morti de Figa). La voce contadina del Bullo é una garanzia e anche Gosso's Party e Rocky Gio se la cavano dietro al microfono.

71 gradi, 2010. Lo hanno presentato su Radio Deejay un paio di mesi fa.

In definitiva, luci e ombre. (Le ombre peggiori? Trivero Alcolica dall'ultimo album... Completamente in italiano! Delusione. E My Crew, album del 2009 che altro non é che la ri-registrazione del primo, in inglese.)
Chi cerca i Catarrhal nei Rumatera, rimarrà soddisfatto a metà. Chi non cerca niente e li ascolta onestamente, si divertirà come un porsel tal leamàro. L'ultimo confronto da fare è quello dal vivo: I Catarrhal erano una potenza della natura. Pure i Rumatera si presentano come tali: ora sono decisamente curioso di ascoltarli. Appuntamento più vicino: 6 agosto, 21.30, festa dea bira, Stretti - vissin Torre di Mosto.

PS. Non posso non citare Sol bareotto del mas'cio, ballad acustica introdotta da un esilarante richiesta di canzone romantica da parte di un napoletano che cerca di parlare veneto:

Te me piaxi co te sighi come e gaine del ponaro
E dopo quando che ti aro mi sento tanto sentimento
No come quando ciapo e piegore, i cunici e e cavarette
E li toco anche le tete, ma no sento sentimentoooo...

Geniale.

PPS. Questo è il video di Picinin, cover della famosa canzone dei Pitura Freska. Ospite alle vocals, Furio.