Giocando con l'HDR

Stasera ho giocato un pò con qualche scatto, acquisito in Slovenia, per vedere se riuscivo a ricavare qualche HDR carino. Il programma che uso è PhotoMatix Pro (per Mac). Ho ottenuto un paio di lavori interessanti (sempre a mio avviso).


La prima è ricavata da scatti con tempi di esposizione molto lunghi. Lo si nota dall'acqua. Mi piaceva l'effetto "freddo" della temperatura colore bassa, quindi non l'ho modificato.


Paradossalmente, la seconda, ricavata da foto a bassa esposizione, è risultata meno "fedele" agli originali. Quindi ho preferito cercare un effetto più "pittoresco", più da quadro. Ho aumentato la temperatura colore, abbassato la saturazione, e "smussato" i colori.

Qui e qui le immagini a dimensione originale.

Libreria, altro che IKEA

La comodità di avere un falegname in casa? Puoi disegnare quello che ti pare: legno e tempo permettendo, la tua creatività prenderà forma.

Ho appena finito di disegnare la libreria che voglio piazzarmi in camera. Ovviamente, ho usato Google SketchUp, dopo il felice esperimento della cucina. Ho già consegnato il materiale al falegname di fiducia, ora attendiamo speranzosi.


Le misure non sono precisissime (dovrò rifinirle), ma il senso generale c'è. Ma magari a voi non è che questo freghi molto. Anzi, magari non vi interessa proprio la mia libreria. In tal caso, fatevi un giretto su youporn, magari vi entusiasma di più.

Buona visione.

Bled e dintorni

Ho temporaneamente fatto pace con Picasa, giusto in tempo, guarda caso, per caricare una ventina di foto scattate in Slovenia, più precisamente a Bled e zone limitrofe.
Mi sono particolarmente divertito con il filtro ND, che ha dato risultati (per me) soddisfacenti. Embeddo un'immagine, ecco il link per rimirare tutte le altre (figata, c'è anche sopra la foto).

From Bled & dintorni

Chi avrà ardito cliccarci sopra, magicamente se la vedrà a dimensione maggiore.

Cydonian Rocks #4

Behemoth
Evangelion (2009)
Black/Death Metal
Polonia
Regain Records

Incursioni nel metallo estremo per il nuovo ciclo di recensioni. Il Behemoth, nella Bibbia, è descritta come la più possente delle bestie create da Dio. Un ippopotamo troppo cresciuto, in sostanza. Al giorno d'oggi, invece, i Behemoth sono una delle colonne portanti del metallo estremo polacco. Sarà un caso, che le formazioni più brutali nascano nei paesi tradizionalmente cattolici (Behemoth/Vader in Polonia, Moonspell in Portogallo, Krisiun in Brasile)? Evangelion, infatti, è di una violenza e di una tecnica a dir poco morbose: se Hitler lo avesse ascoltato, probabilmente avrebbe rinunciato ad invadere la Polonia e si sarebbe ritirato a fare il fioraio. Non c'è una batteria: c'è un carro armato che vuole piallarti la casa. Non ci sono chitarre: ci sono due mitragliatrici diaboliche. Non c'è un cantante: c'è un demone degli abissi affamato della tua carne. Pochi riescono ad unire Black e Death al pari dei Behemoth: li ascolti e ti ritrovi addosso una sensazione di sporco. Al momento, la migliore alternativa al fascino piagoso dei Nile e delle loro catacombe egizie: malvagi e purulenti.

Qui il video di Ov Fire And The Void: sconsigliata la visione ai deboli di cuore e ai cristiani, è blasfemo come poche cose al mondo (e loro son brutti come il peccato). E' su vimeo: youtube lo ha censurato dopo poche ore.


Asphyx
Death... The Brutal Way (2009)
Death Metal
Olanda
Century Media

C'era una volta il Death Metal: violento, aggressivo e ignorante. Quel metal estremo che, nei magri anni Novanta, rappresentava una sicurezza. Poi sono cambiati i tempi, i generi si sono evoluti, e fior fior di musicisti freschi di conservatorio hanno portato tonnellate di tecnica anche nei generi più violenti. Risultato? Gruppi stratosferici come Nile o Necrophagist (un nome, una promessa). Ma anche migliaia di band fredde e inutili. Gli Asphyx sono qua a ricordarci i bei tempi, e lo fanno sfornando un discone degno dell'epoca d'oro del Death. A mostrare che non servono tecnicismi e velocità sovrumane per far male agli ascoltatori: una dichiarazione d'intenti, tra l'altro, contenuta anche nel nome dell'album stesso. Ecco dunque che la storica band olandese ripropone riffoni con motoseghe (più che chitarre) che sanno di venti anni fa, accelerazioni improvvise e rallentamenti ancora più repentini: quelle incursioni nel Doom che li hanno resi a suo tempo famosi nell'ambito, e che tanto piacevano allora. Sempreverdi e nostalgici.

Persefone
Shin-Ken (2009)
Progressive / Death Metal
Andorra
Soundholic

Bellissimo. Non c'è altro modo per descriverlo. Un capolavoro, il nuovo album dei Persefone, band di culto che proviene dal più improbabile degli Stati europei (Andorra). Un capolavoro di tecnica e ispirazione: immaginate che un mostro gigantesco divori Opeth, Trivium, Mastodon e i Meshuggah meno tecnici, ecco, quello che sputerebbe si avvicina molto ai Persefone e al loro ultimo album. Capolavoro però rovinosamente crepato dalla prestazione vocale del cantante (cantanti); growling e screaming nel migliore dei casi sono inconcludenti, e nel peggiore scadenti. Si migliora leggermente con le vocals pulite, che sono ben impostate e ben piazzate all'interno dell'intera opera. Peccato, perché veramente c'è tutto ciò che ci si aspetta dal Death / Prog: cambi di velocità improvvisi, tempi dispari, strumenti strumentini folk (giapponesi, in particolare, in linea con il concept dell'album) e compagnia bella. Sugli scudi l'ottimo tastierista, molto atmosferico, che aggiunge quel pizzico di sale in più che non guasta mai. Quasi perfetti.

Divine Heresy
Bringer of Plagues (2009)
Death/Thrash Metal
USA
Century Media/ Roadrunner Records

Dopo aver fatto la storia del metal moderno con Demanufacture (che dopo 14 anni suona ancora come nuovo), ai tempi in cui ancora militava nei Fear Factory, Dino Cazares si è divertito con molti progetti alternativi per passare il tempo: Asesino e Brujeria sopra tutti, con il loro death metal/grindcore in spagnolo allegramente satanico, comunista e deviato. L'ultima creatura del nostro omone sono i Divine Heresy, già sentiti nel 2007 con un buono debutto e ora riconfermati con Bringer of Plagues, che presentano un ritorno a sonorità death/thrash infarcite di metalcore. Si commette lo sbaglio di inserire il disco nel lettore, e si è fottuti. L'apparato uditivo salta per aria, stritolato da una sezione ritmica chirurgicamente precisa, di quelle che devi puntellare la casa se no vien giù tutto, da un guitarwork sublime, tecnicissimo e tagliente, e da un cantante che non sarà indimenticabile, ma almeno sa il fatto suo. Riesce a farsi sentire nel caos (ordinato) dell'album con una voce più che rude, ma sorprende e ci lascia un attimo di sollievo in più di un ritornello melodico, interpretati in clean. Il primo album dell'anno che, a fine ascolto, mi ha lasciato il mal di testa. Macellai.

Superenalotto, stelle cadenti e sesso facile

Siamo nel 2009 e non siamo messi bene. Grazie tante, direte voi, adesso ci dice che esistono ancora le religioni. Ed effettivamente sì, quella è un pò una rottura di balle, anche abbastanza grande ad onor del vero, ma una volta tanto non sono qua per discorrer di Padri, Figli e Fantasmini. Leggete.

Febbre da Superenalotto. Ci tengono proprio, i telegiornali, a far sapere che siamo il paese, l'iniziale minuscola è voluta, che rincorre la più alta vincita in questa categoria di giochi. Io me ne vergogno. Non capisco perché la gente corra come disperata a giocare solo quando il jackpot è alto. Cosa cambia, a un operaio che prende 1000 euro al mese, vincere due milioni di euro, o vincerne cento? Probabilità e statistica ci insegnano inoltre che un lungo periodo senza vincite non prelude a probabilità più alte con il passare del tempo. Non comprendo. Non comprendo nemmeno la scelta dei numeri: la probabilità che esca, nelle prossime sette estrazioni, la stessa sequenza di numeri, supponiamo, 1,2,3,4,5 e 6, è uguale alla probabilità che esca qualsiasi altra serie di combinazioni. Compresa quella che uscirà effettivamente. Ma la gente e il tiggì no: per loro è improbabile. Beh certo, hanno ragione: è improbabile, nel senso che ha probabilità tendente a zero. Quanto ci si dimentica, è che tale improbabilità vale per TUTTE le combinazioni. "L'altro giorno ho sognato che una tribù di cannibali mi infilava un'anguria nel culo dopo aver giocato a biglie con i miei testicoli, senza staccarli dal resto del corpo. Quindi gioco 14, 35, 44, 78, 80 e 89". Mi raccomando, se vinci, pagati uno psichiatra.

Fortuna che ci sono i vescovi a commentare la situazione: "Immorale stimolare il gioco. Meglio che vinca un uomo di fede che versi tutto in beneficenza". Certo, poverini, loro non possono certo farlo, tutti i fondi della Chiesa sono stati prosciugati per pagare il gesso al Papa e al suo polso fratturato. Ops, sono ricaduto nell'anticristianità! Fate finta di non aver letto.

Stelle cadenti. L'altra sera, 10 agosto, accendo il televisore. Solito servizio del TG1: stelle cadenti. Eh va beh, cosa volete farci, siamo un popolo di romanticoni e nostalgici, ci piace chiamare il fenomeno degli sciami meteorici con un'espressione strappata ad un'epoca in cui si pensava che il firmamento fosse una serie di sfere concentriche sospese. Ma sorvoliamo pure.
"Stelle cadenti in ritardo, arriveranno il 12 agosto". Solita stronzata colossale. Con le balle un pò girate, chiedo a Google che siti mi consiglia digitando nella sua textField "stelle cadenti in ritardo". L'articolo del Sole 24Ore è da incorniciare.
"Quest’anno le stelle cadenti viaggiano con 48 ore di ritardo". A parte il fatto che non sono le "stelle cadenti" a muoversi, ma è la Terra che incrocia l'orbita di un'asteroide o di una cometa, dove fluttuano i residui che bruciano a contatto con la nostra atmosfera. Cosa piuttosto semplice da realizzare, con un minimo sforzo, se si pensa che le meteore sembrano provenire da un'unico punto (radiante), che è esattamente la direzione verso cui la Terra si sta muovendo. Dicevo, a parte questo: 48 ore di ritardo. Da chi sono gestite le stelle cadenti? Dalle FS? Vergogna! Meglio che non si sappia che tale presunto ritardo perdura da centinaia di anni, sai le reazioni dei giornalisti altrimenti! Maledetta precessione degli equinozi, oltre che a spostarci le stagioni, ci toglie pure le stelle cadenti. E mai un'anno in cui non si presenti.

Una stella cadente.

"L’astrofisica Margherita Hack — la quale peraltro non si è mai appassionata più che tanto alle ‘lacrime di San Lorenzo’ essendo maggiormente attratta da fenomeni più misteriosi e complessi del cosmo — ha spiegato che è tutto legato alle orbite terrestri, che si muovono a seconda dell’attrazione degli altri pianeti". Certo, solo con la Hack la scienza moderna ha spiegato questo fenomeno. Prima, siamo atterrati sulla Luna, ma non abbiamo spiegato le stelle cadenti. A legger 'ste righe, pare che la Hack sia una sorta di maga zingara che legge le carte per decifrare i "misteri del cosmo"; e, a giudicare dalla spiegazione che il giornalista le ha messo in bocca, potrebbe anche esserlo: le orbite terrestri (scopro solo a 24 anni che la terra ha più di un'orbita) si muovono (scopro anche che un'orbita passeggia, se vuole, in giro per la galassia) per l'attrazione degli altri pianeti (ma non era il Sole che esercitava la maggiore attrazione gravitazionale sulla Terra? Ok, ho capito, quanto c'è scritto sui libri di astronomia son tutte balle).

E' troppo chiedere che gli articoli scientifici, o quantomeno vicini ad argomenti scientifici, li scriva gente che abbia un minimo di competenza in materia?

Per chi fosse interessato ad osservare qualche sciame meteorico meno conosciuto, ricordo che le Leonidi (attorno al 17 novembre) e le le Geminidi (attorno al 13 dicembre) hanno una frequenza di "caduta" molto più alta delle Perseidi di agosto. Sopporterete un pò di freddo in più, ma probabilmente vi godrete meglio lo spettacolo: in quei periodi, la volta celeste è molto più ricca di oggetti interessanti per gli astrofili, e il cielo è - di solito - più terso.

Il periodo migliore per osservare gli sciami meteorici sono le ore che precedono l'alba. Buona attesa.

PS: il sesso facile nel titolo non c'entra nulla, era solo per farvi leggere il post fino alla fine.

Concerto Motorhead, concerto Madonna

Pochi sanno che sarei andato più che volentieri al concerto di Madonna, giovedì 16 luglio, allo stadio Friuli di Udine. Ancora meno sanno che alla fine ho risparmiato i millemila soldini del biglietto per andare ad ascoltare qualcuno a me più congeniale: i Motorhead, venerdì 17 luglio, a Padova. O meglio, a Piazzola sul Brenta, davanti alla palladiana Villa Contarini. Certo, ascoltare i Motorhead in quella cornice è un pò come andare a cenare all'Alain Ducasse di Parigi e ordinare la pasta e fagioli.

Ma signori, CHE pasta e fagioli.

Raccolgo qualche impressione sul concerto di Madonna da una persona che ha presenziato. Ebbene, più che un concerto è stato uno spettacolo di tutto punto, con un entourage di nani e ballerine da far invidia alle feste di Villa Certosa. Mancava solo che si mettesse a piangere sangue pure lei.

Mentre il mio interlocutore mi parla entusiasta, mi sovviene alla memoria qualche ricordo del concerto dei Motorhead.

I Motorhead, pronti per le finali di Mister Universo.

Lo SnaggleTooth campeggia dovunque. Pare un raduno di una setta. Entra di tutto: zaini, bandiere. Pali di ferro. Una bambola gonfiabile. Lemmy esce sul palco alle undici, e infiamma a suo favore una folla inferocita, che bestemmia in lingue morte per il ritardo, con un Sorry for late, we are Motorhead!. Sento il volume più alto della mia vita stangarmi le orecchie; e ancora Lemmy che chiede alla bolgia sotto di lui "Non vi pare un pò basso?".

(Lemmy. Uno che beve solo Jack Daniels da vent'anni, e che va regolarmente in ospedale per farsi reintegrare i liquidi a suon di fisiologiche. Uno che vent'anni fa gli hanno diagnosticato un tumore e sei mesi di vita, che ha mandato affanculo l'oncologo e che è qua a raccontarlo. Uno che è brutto come la morte, ma che nell'ultimo mese ha visto più prugna di quanta tu ne vedrai in tutta la tua vita. Anche se sei donna.)

Ma torniamo a noi. Maree di persone fanno stage diving. Una bambola gonfiabile fa stage diving. Aiuto ad alzarsi una decina di ubriachi da terra: i primi a cadere, nella bolgia del moshing sottopalco. Uno mi scappa. La folla si accorge di lui dopo un minuto: lo portano via di peso, non lo rivedrò più. (Un mio amico commenterà: vittime del rock and roll). Rischio di prenderle da un bue muschiato di cento e passa chili, di cui un buoni cinque solo di capelli e due di birra: devo abbracciarlo per venti secondi buoni per calmarlo. Sento Mikkey Dee picchiare la batteria come se il diavolo gli stesse mordendo il culo, e Phil Campbell suonare Going To Brazil con una sigaretta che pende dalla bocca, come se avesse scherzosamente imbracciato la chitarra per gli amici, mentre sotto di lui si scatena l'inferno. Vedo e sento ancora Lemmy mentre mi raschia la pelle a vivo, con il suo basso e la sua voce al vetriolo, senza la minima pietà, dalle prime note di Iron Fist, alle ultime di Overkill.

Il mio interlocutore mi riporta alla realtà. Mi sta dicendo che Madonna ha cantato anche in playback.

Playback.

Al proprio concerto.

Motorhead a vita. Let it crush your fear.

Cydonian Rocks #3

Heaven&Hell
The Devil You Know (2009)
Heavy Metal
Inghilterra/USA
Roadrunner Records

Questa recensione arriva un pò in ritardo, lo ammetto. Ma non posso non scriverla. Dio, Iommi, Butler e Appice: ovvero, i Black Sabbath dell'epoca The Mob Rules e Heaven And Hell (il quale, a dir la verità, era stato registrato con Ward al posto di Appice alla batteria). Tradotto: I Black Sabbath, per me che non ho mai potuto sopportare Ozzy. Le leggende, come ben saprete, si sono riunite nel 2006, e ora hanno sfornato l'album che soddisferà i metalloni vecchia scuola per i prossimi dieci anni. Nulla è cambiato, l'alchimia tra i componenti è sempre la stessa: tempi lenti fottutamente metal, e poche accelerazioni, ma devastanti. Iommi è un sempreverde, i riff di chitarra sono funerei ma coinvolgenti come sempre. Dio.. Beh, Dio E' il cantante metal, punto. E poi è come il vino, invecchiando migliora. La sezione ritmica è la solita cornice perfetta. E il tutto è coronato da una copertina che più blasfema non si può. Profondetevi in reverenti inchini: le divinità sono scese (salite?) nuovamente in mezzo a noi.

Jorn
Spirit Black (2009)
Heavy Metal
Norvegia
Frontiers Records

Già: Heavy Metal, non Hard Rock. Ci ho pensato un pò, prima di etichettare il genere (il compito più arduo che mi trovo a risolvere, in veste di recensore). Perché stavolta il biondo singer c'è andato pesante: letteralmente. E finalmente, dalla Norvegia (che, nonostante la scena Black, di cantanti validi ne sforna, pensiamo a Khan dei Kamelot), il nostro se ne esce un album degno della sua voce, dopo molte uscite soliste discrete. Magari non sarà il capolavoro del decennio, ok; ma le canzoni hanno mordente. I riferimenti sono i soliti, metal e rock classici, memori di 70s e 80s. Mid tempo rocciosissimi, e le poche accelerazioni faranno sfracelli dal vivo. E poi, sopra ogni altra cosa, c'è Lande stesso, che graffia, strappa, violenta, e poi ricuce, coccola, emoziona, e poi ricomincia a schiaffeggiare con la sua voce unica. E' l'erede naturale di Coverdale e Dio, e se ne rende ben conto. L'attuale voce del rock, senza ombra di dubbio.

Slough Feg
Ape Uprising (2009)

Epic Metal

USA
Cruz del Sur

Manilla Road, Manowar, Cirith Ungol, Warlord, Virgin Steele, Brocas Helm, Heavy Load, Steel Assassin. Pochi sapranno riconoscere quale genere accomuna le band appena citate: Epic Metal. Che molti insistono a confondere con il powerello ad ambientazione fantasy propinatoci da Rhapsody of Fire e compagnia bella. In verità stiamo parlando del genere più true che il mondo del metallo abbia mai visto: talmente true che guai se si aveva una tastiera tra gli strumenti, talmente true che lo ascoltavano in quattro cani. Ma per quei quattro cani, è ancora magia pura. Al giorno d'oggi, questo genere di nicchia vive una seconda giovinezza, e gli Slough Feg, in circolazione dal 1990, ne sono gli alfieri. Mentre i Manowar, sedotti dal profumo dei soldi, si son dimenticati i bei tempi e continuano a sfornare dvd con orchestre e orchestrine all'insegna del pomposo, gli Slough Feg sventolano fieri la bandiera dell'heavy metal più epico. A loro modo, con ironia (vedi cover e nome dell'album): ma di sostanza ce n'è tanta. Per chi rimpiange i tempi in cui, per creare atmosfera, bastavano una batteria, una chitarra e un basso.

Artillery
When Death Comes (2009)

Thrash Metal

Danimarca

Metal Mind Records


Chi ha detto Metallica? Gli Artillery sono una realtà praticamente sconosciuta. Attivi negli anni ottanta, autori di una pietra miliare del genere (By Inheritance), i danesi sono ricomparsi ora sul mercato europeo, complice la grande rinascita del thrash metal old-school degli ultimi tempi. E subito rifilano una grande lezione di stile a tutti i marmocchietti di oggi che pensano di fare metallo pesante. Questo album ricorda molto da vicino i four horsemen, ma non per questo è scarno di personalità; melodia e potenza sono sapientemente alternate. Migliore song del lotto, direi 10000 Devils, mid-tempo che ai concerti falcerà molte vittime. Peccato solo per la produzione che sfavorisce un pochettino la batteria a favore delle chitarre. Ma l'effetto finale cambia poco. Fatevi macinare le orecchie dagli Artillery: ne uscirete pesti e soddisfatti.

RU486: Fatality contro la Chiesa

Che dite? Sono in ritardo per polemizzare contro le attuali dichiarazioni della Chiesa sulla pillola abortiva RU-486? (A parte il fatto che quando ho sentito il nome, ho pensato ad un processore alternativo della Intel. Che nerd.)
A quanto pare, i mangiaparticole che stanno ai piani alti spesso e volentieri sentono il bisogno di distrarsi dalla loro grande occupazione: ovvero, salvare il mondo dalla fame e dalla povertà tramite la più potente delle loro armi: spazzolare i propri manti di ermellino. E così, accade ogni tanto che essi notino come la società attuale si stia sempre di più distaccando dalle regole morali a loro tanto care; regole, ricordo, raccolte in un libro scritto da pastori dell'Asia Minore di secoli fa, che parlavano con cespugli infuocati e tempeste di sabbia. E, credendo di essere tuttoggi in linea con il pensiero di un falegname che duemila anni fa ha fatto semplicemente notare come sarebbe bello un mondo di pace e di amore, succede che ogni tanto una cazzata qua e là la sparano, giusto per ricordare al mondo che loro sono ancora qui, a rompere i coglioni.

Un'idea per un mondo migliore.

L'ultima trovata della malvagissima ricerca scientifica pare essere questa fantomatica pillola abortiva. Che propone una soluzione meno invasiva per il corpo delle donne che vogliono -guarda caso- abortire. Apriti Cielo! Tuoni e fulmini scendono dall'alto. Ma lasciare che ognuno faccia le proprie scelte, è davvero una tragedia così insopportabile? Pare di sì. Qualunque cattolico che userà, o permetterà che venga usata, codesta pillola, verrà scomunicato. Brr, che paura! Ora sì che mi sono convinto a lasciarla perdere: altrimenti, mi lanciano contro un incantesimo. Che poi, la scomunica è già automatica per chiunque abortisce, o lo permette: non capisco dove stia la novità.

Questo sì che era un papa con le palle!

Si, si, ok, sono cattivo e scorretto. Ma ragazzi, in fondo in fondo, riesco a capire e comprendere il perché di tutta questa preoccupazione tra le file della Chiesa. Se veramente questa pillonina magica avrà diffusione, c'è poco da fare: entro breve, le nascite cattoliche potrebbero calare. Conseguenza diretta: meno chierichetti per il sollazzo del clero.